Economia cinese prima al mondo nel 2033: slitta il sorpasso sugli Usa
di Li Qiang

Era previsto tra il 2028 e il 2029, secondo studio nipponico. Pesano le attuali difficoltà economiche di Pechino e la ripresa negli Stati Uniti. Lo scoppio di nuovi focolai di Covid blocca la crescita dei consumi voluta da Xi Jinping. Gli interventi del governo potranno solo attenuare la frenata.


Pechino (AsiaNews) – La Cina diventerà la prima economia al mondo nel 2033: il sorpasso sul prodotto interno lordo Usa slitta dunque di quattro anni rispetto alle precedenti previsioni. È quanto emerge da uno studio pubblicato oggi dal Japan Center for Economic Research di Tokyo.

Lo scorso anno l’istituto di ricerca nipponico aveva previsto che il Pil nominale della Cina avrebbe superato quello degli Stati Uniti nel 2028 di fronte a un quadro grave dell’emergenza Covid-19; con uno scenario standard della pandemia lo scavalcamento sarebbe arrivato nel 2029. Il superamento è previsto quando le economie delle due potenze si aggireranno sui 35mila miliardi di dollari: al momento il Pil Usa vale quasi 23mila miliardi di dollari, quello della Cina supera invece i 16mila miliardi.

Oltre al miglioramento dell’economia statunitense, secondo i ricercatori giapponesi il ritardo di quattro anni è dovuto alla difficile situazione economica in cui si trova Pechino. A danneggiare il potenziale di crescita cinese è soprattutto la normativa anti-monopolio imposta da Xi Jinping sui giganti nazionali dell’hi-tech e su altri grandi gruppi privati: una stretta che si stima rallenterà la crescita della produttività lavorativa nazionale.

A ciò si devono aggiungere gli sforzi per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione per la lotta ai cambiamenti climatici e il pericolo bancarotta per colossi immobiliari come Evergrande. Peseranno poi le restrizioni finanziare introdotte dal governo per contenere gli investimenti nell’edilizia – un settore finora trainante dell’economia cinese – ritenuti eccessivi.

I dati continuano a non essere incoraggianti per il gigante asiatico. L’Ufficio nazionale di statistica ha rivelato stamane che a novembre le vendite al dettaglio – un indicatore chiave della spesa per i consumi – sono cresciute in un anno del 3,9%, in calo rispetto al +4,9 di ottobre e alla media delle stime degli esperti (+4,6%). L’aumento dei consumi interni è un obiettivo primario di Xi per ridurre la dipendenza del Paese dalle esportazioni.

Sul rallentamento dei consumi incide soprattutto lo scoppio di ripetuti focolai di Covid, che tra metà ottobre e fine novembre sono comparsi in 21 province cinesi. In questi giorni una nuova epidemia ha colpito la ricca provincia industriale del Zhejiang, con le autorità locali che hanno adottato restrizioni, tra cui la chiusura delle fabbriche.

Le aspettative per la Cina sono di una crescita economica sotto il 4% nel quarto trimestre dell’anno: nel primo è stata del 18,3%, ma aveva come riferimento i bassi livelli del 2020. Secondo analisti intervistati dal South China Morning Post, nei prossimi mesi gli interventi statali riusciranno solo ad attenuare la frenata economica.