La Corte suprema indiana: sussidi alimentari anche alle prostitute
di Nirmala Carvalho

I giudici chiedono alle autorità dei singoli Stati di dare anche alle lavoratrici del sesso le tessere elettorali e i documenti necessari per l'accesso ai servizi sociali. Sr. Prema Chowallur: "Abbandonate nelle retrovie del Paese a causa dello stigma sociale. Siano garantiti loro i diritti essenziali". 


New Delhi (AsiaNews) - La Corte Suprema dell’India ha emesso un’ordinanza con cui chiede agli Stati indiani di avviare il processo per dare anche alle prostitute i documenti di identità necessari per essere ammesse ai sussidi alimentari. Il 14 dicembre la Corte, prendendo in esame una petizione sull’indigenza sperimentata da queste persone durante la pandemia, ha stigmatizzato il fatto che i governi locali non abbiano ancora seguito un’istruzione analoga diffusa dieci anni fa.

“I diritti fondamentali della persona – si legge nell’ordinanza – vanno garantiti a ogni cittadino. C’è un preciso dovere del governo a provvedere i bisogni di base. Per questo le carte dei sussidi alimentari, i certificati elettorali e l’Aadhar card (il principale documento di identità indiano ndr) vanno immediatamente forniti anche alle lavoratrici del sesso”. I giudici hanno suggerito alle autorità di ricorrere all’aiuto della National Aids Control Organisation per stendere le liste, verificandole con le informazioni fornite a livello locale dale organizzazioni comunitarie.

La decisione della Corte suprema è stata accolta con favore da suor Prema Chowallur, religiosa delle Suore della Croce di Chavanod, da anni impegnata nell’Assam per togliere dalla strada le prostitute e i transgender. “Come persona impegnata con le persone emarginate che vivono nelle periferie - commenta ad AsiaNews -  ritengo questa decisione molto importante. Le lavoratrici del sesso sono persone poste ai margini della società, colpite da uno stigma che finora non ha permesso loro di beneficiare delle opportunità garantite agli altri cittadini indiani. Ho fiducia che questo provvedimento porti riconoscimento e sollievo a milioni di persone che dopo essere entrate in questo giro forzatamente o per scelta vengono lasciate nelle retrovie del Paese, senza nemmeno l’accesso a diritti essenziali come il cibo e la cittadinanza”.