Hong Kong: arrestati sei giornalisti di Stand News, sospese le pubblicazioni

In base alla legge sulla sicurezza imposta da Pechino, la polizia ha fermato alcuni giornalisti o ex collaboratori dell’ultimo media indipendente del territorio. Sequestrati computer e materiale di archivio. Interrogato e poi rilasciato anche il vice-direttore Ronson Chan. La condanna del Comitato per la protezione dei giornalisti. 


Hong Kong (AsiaNews) - Nuovo giro di vite delle autorità di Hong Kong contro media e giornalisti indipendenti per “cospirazione” finalizzata alla pubblicazione materiale “sedizioso”, in base alla draconiana legge sulla sicurezza imposta da Pechino nel territorio. In queste ore la polizia ha arrestato per interrogatorio almeno sei persone legate - o ex collaboratori - al sito web di notizie  Stand News. Oltre 200 agenti hanno perquisito la sede del giornale e bloccato la pubblicazione, “ricercando e sequestrando” su indicazione della magistratura “materiale giornalistico di una certa rilevanza”. 

Le persone fermate, tre uomini e tre donne, hanno una età variabile fra i 34 e 73 anni. Fra questi vi sono l’ex e l’attuale direttore di Stand News Chung Pui-kuen e Patrick Lam, la pop-star oggi icona pro-democrazia Denise Ho, in passato collaboratrice della pubblicazione. Fra gli altri arrestati abbiamo Margaret Ng, Christine Fang e Chow Tat-chi.

La pagina Facebook ha diffuso immagini di poliziotti bussare alla porta del vice-direttore Ronson Chan, interrogato e poi rilasciato, mentre altri portavano via computer e scatole contenenti materiale di archivio. “A causa della situazione - si legge in un post - Stand News ha deciso di bloccare immediatamente tutte le pubblicazioni”. 

Il giorno precedente il raid, il vice-direttore Chan aveva ospitato la cena annuale della Hong Kong Journalists Association (Hkja), di cui è presidente, facendo riferimento nel suo discorso alla chiusura dell’Apple Daily, una vicenda che aveva “scosso” tutta Hong Kong. Egli ha concluso sottolineando che la città “avrebbe sempre bisogno della verità” e dei “giornalisti […] non importa quanto sia difficile la strada da percorrere [l’Associazione dei giornalisti di Hong Kong] non cadrà”. 

All’inizio di quest’anno, centinaia di poliziotti hanno fatto irruzione nei locali dell’ormai defunto Apple Daily, pubblicazione nota per essere un critico vocale della leadership di Hong Kong e cinese. I suoi beni sono stati congelati, i dirigenti sono stati arrestati e il giornale è stato chiuso, lasciando la sola Stand News come pubblicazione vicina alle posizioni dei democratici. Nei giorni scorsi, durante una udienza in tribunale, i giudici hanno sollevato contro Jimmy Lai e altri sei componenti dello staff di Apple Daily nuove accuse di “pubblicazioni sediziose”.

Il Comitato per la protezione dei giornalisti ha condannato gli arresti. Il coordinatore del programma per l’Asia del comitato Steven Butler parla di “assalto aperto” a una libertà di stampa già a “brandelli” a Hong Kong, in una fase storica in cui la Cina sta aumentando “il controllo diretto sulla ex colonia” sfruttando la Basic Law in base alla quale, in pochi mesi, sono state arrestate 155 persone e comunicate oltre 200mila soffiate alla polizia.