Ebrei russi e ucraini speranza per l’Europa
di Vladimir Rozanskij

La Russia è il 7° Paese al mondo per numero di cittadini ebrei; l’Ucraina il 12°. Il rabbino capo di Russia esalta il ruolo delle religioni nella società russa. Ebrei russi, ucraini e polacchi vogliono essere protagonisti di una nuova Europa di pace.


Mosca (AsiaNews) – Secondo una recente indagine pubblicata dal sito Ria.ru, la Russia è il 7° Paese al mondo per numero di cittadini ebrei. Nel mondo sono oltre 25 milioni, come comunica la Jafi, l’Agenzia ebraica per Israele, di cui 150 mila in Russia; nel secolo scorso la popolazione di etnia ebraica in territorio russo era però molto più numerosa. La rivoluzione del 1917, e varie ondate antisemite del periodo sovietico, hanno di molto ridotto la comunità, a cui Stalin aveva anche assegnato una regione a statuto speciale ancora esistente, quella di Birobidžan, nell’Estremo oriente siberiano.

Dopo lo Stato d’Israele, in cui vivono poco meno di 7 milioni di persone, gli ebrei sono molto rappresentati negli Usa (6 milioni); 446mila vivono poi in Francia, 393mila in Canada, 292mila in Gran Bretagna e 175mila in Argentina. Al 12° posto della lista c’è l’Ucraina con 43mila ebrei. In tutto sono in realtà poco più di 15 milioni le persone che si ritengono ebree a tutti gli effetti, a partire dall’identità religiosa, ma si sale di numero se si considerano tutti coloro che hanno il diritto di ottenere la cittadinanza ebraica secondo la “legge del ritorno”, la norma costitutiva dello Stato israeliano.

Gli ebrei sono anche una popolazione in crescita demografica, e nell’ultimo anno sono aumentati di oltre 100 mila unità. Il rabbino capo di Russia, il milanese Berl Lazar (v. foto), a un congresso dello scorso anno dei rabbini di tutti i Paesi ex sovietici ad Almaty in Kazakistan (la città dei recenti scontri di piazza) aveva affermato che il compito delle guide spirituali di queste nazioni è quello di aumentare i membri della comunità ebraica di almeno un milione di persone nel prossimo quinquennio.

In un’intervista a Ria Novosti, Lazar ha sostenuto anche che la situazione dell’antisemitismo nei Paesi ex sovietici è migliore rispetto a quelli europei, e che “proprio il Kazakistan è uno Stato dove in pratica non esiste l’antisemitismo, un luogo di grande tolleranza e convivenza tra i rappresentanti di culture diverse”, da cui tutti dovrebbero prendere esempio.

Visitando la città russa di Samara, il rabbino capo ha partecipato alla cerimonia per la conclusione del restauro della locale Sinagoga corale, costruita ai primi del ‘900 e poi distrutta dai sovietici. Ringraziando le autorità locali, egli ha esaltato il ruolo delle religioni nella Russia di oggi, che “occupano un ruolo così importante per salvaguardare i valori morali spesso disprezzati nel resto del mondo”.

Un altro importante rabbino che opera tra Russia e Ucraina, Shmuel Kaminetskij, ritiene che “in realtà in questi due Paesi gli ebrei siano oltre un milione”, ma è difficile essere riconosciuti tali, perché molti non sono “in regola con le nostre tradizioni; solo l’Altissimo può dichiarare ebrea una persona”. Egli ha raccolto le firme di oltre 120 comunità ebraiche in Ucraina e le ha trasmesse alla Verkhovnaja Rada, il Parlamento di Kiev, per sostenere il progetto preparato da diversi storici ucraini per un grande complesso memoriale a Babyj Yar, il luogo dell’immane tragedia in cui tra il 1941 e il 1943 i nazisti hanno sterminato circa 200mila persone, in massima parte ebrei, aprendo perfino una fabbrica di saponette ottenute con i corpi delle vittime.

In Ucraina diventano ebrei molti cittadini che non hanno in realtà radici ebraiche, come forma di protesta contro tutte le dittature politiche e religiose del passato e del presente. Negli anni sovietici, e anche dopo la fine del regime totalitario, era una scappatoia usata per fuggire in Israele, dove la diaspora russo-ucraina è ampiamente diffusa.

La politica ucraina oggi riconosce grandi onori ai sacrifici degli ebrei, e anche degli ucraini che hanno aiutato gli ebrei a salvarsi ai tempi della Seconda guerra mondiale, per i quali è stata istituita nel 2021 una speciale Giornata del ricordo il 14 maggio. Molti intellettuali e attivisti umanitari in Ucraina oggi si definiscono “ebrei ucraini” per richiamare la coscienza non solo della società locale, ma di tutta l’Europa. Gli ebrei russi, ucraini e polacchi, che in gran parte sono i fondatori dello stato di Israele nel secolo scorso, oggi vogliono essere protagonisti di una nuova Europa di pace, nonostante i nuovi conflitti e i nuovi scenari di guerra che minacciano il continente.