Problema autonomia: i deputati tamil chiedono aiuto a Delhi
di Arundathie Abeysinghe

Nel 1987 era stato firmato un accordo tra India e Sri Lanka che prevedeva la devoluzione dei poteri alle comunità tamil. In una lettera al governo indiano alcuni parlamentari sottolineano le promesse non mantenute finora e chiedono un intervento esterno per risolvere la questione.


Colombo (AsiaNews) - Importanti deputati tamil della provincia settentrionale del Paese hanno scritto al primo ministro indiano Narendra Modi chiedendo l'intervento del suo governo per garantire l'attuazione del controverso 13° emendamento.

Guidati da R. Sampanthan, politico di lunga data e leader della Tamil National Alliance (Tna), il 18 gennaio i legislatori hanno incontrato l’ambasciatore indiano a Colombo Gopal Baglay a cui hanno consegnato una lettera di sette pagine incentrata sull'attuazione del 13° emendamento riguardo alla devoluzione dei poteri. La lettera mette in evidenza i numerosi impegni non mantenuti dai diversi governi srilankesi, partendo dall'accordo tra Colombo e Delhi del 29 luglio 1987, che prevedeva una soluzione costituzionale al problema. 

I sette partiti firmatari del documento sono il Tna, Itak, Telo, Plote, Eprlf, Tmp e Tnp. La missiva, che include un allegato sulle questioni chiave affrontate dal popolo di lingua Tamil dello Sri Lanka, sarà inviata al premier Modi attraverso l'ambasciata indiana a Colombo.

La lettera cita gli interventi della leadership politica indiana durante diversi periodi, compresa la ferma convinzione del premier Modi nel "federalismo cooperativo" durante il suo discorso al Parlamento dello Sri Lanka nel 2015. Essa evidenzia anche ciò che alcuni tamil considerano i limiti del 13° emendamento: la creazione di un sistema di consigli provinciali sulla base della devoluzione dei poteri prevista dalla normativa.

Secondo i deputati tamil, il 13° emendamento è stato "introdotto in una Costituzione unitaria, rendendo centrale il decentramento anziché la devoluzione. È in questo contesto che ogni sforzo fatto in seguito è andato nella direzione di superare il 13° emendamento verso la creazione di una struttura federale". Nel documento si legge che "il governo indiano si è attivamente impegnato in questa direzione negli ultimi 40 anni, e siamo grati per il fermo impegno espresso dall'India a trovare una soluzione giusta e duratura".

I legislatori tamil hanno anche chiesto la collaborazione indiana per garantire l'attuazione "dei chiari impegni presi da tutti i settori del governo dal 1987 in poi e consentire ai popoli di lingua tamil di vivere con dignità, rispetto di sé, pace e sicurezza nelle aree della loro dimora storica, esercitando il loro diritto all'autodeterminazione nel contesto di un Paese unito e indiviso".

L'India ha spesso ribadito il proprio impegno a preservare i diritti della comunità tamil dello Sri Lanka attraverso la piena attuazione del 13° emendamento, compresa la convocazione anticipata delle elezioni dei consigli provinciali e tentativi di riconciliazione, sebbene i sostenitori della linea dura del partito di governo, lo Sri Lanka People's Party (Slpp), abbiano fatto pressione affinché il sistema delle amministrazioni provinciali sia completamente abolito.

Al Tna si sono uniti altri due gruppi in lotta tra loro, tra cui quello a cui appartiene l'ex primo ministro della provincia settentrionale a maggioranza tamil, C.V. Wigneswaran.

Interpellato da AsiaNews, il portavoce del Tna, il parlamentare M.A. Sumanthiran ha dichiarato: "Rimaniamo impegnati per una soluzione politica basata su una struttura federale che riconosca il nostro diritto all'autodeterminazione nelle aree della nostra presenza storica, per la quale abbiamo ripetutamente ottenuto un mandato dal popolo tamil nel nord e nell'est, dove sono sempre stati la maggioranza". Egli ha aggiunto che i tamil hanno più volte posto questa come propria proposta di riforma costituzionale: "Sulla questione nazionale tamil sono state fatte di volta in volta molte promesse. La nostra è una richiesta di attuarle ora. Abbiamo scritto al primo ministro Modi perché il governo dello Sri Lanka ha firmato questo accordo non con noi, ma con il governo indiano".