Israele, muro di difesa laser contro gli attacchi di missili e droni

Lo ha annunciato il primo ministro Bennett e sarà pronto “entro un anno” nel sud, poi nel resto del Paese. La tecnologia, allo studio da tempo, dovrebbe integrare e migliorare “Iron Dome”. In un primo momento prevista per il 2025, poi l’accelerazione. Ma per alcune fonti militari è solo “fumo negli occhi” perché serviranno anni di studio. 


Gerusalemme (AsiaNews) - Tecnologia laser al servizio della difesa di Israele, una sorta di muro per proteggere lo Stato ebraico da attacchi missilistici più efficiente e sostenibile della “Cupola di ferro” utilizzata sinora e che si sta rivelando troppo costosa. L’idea è lanciata in queste ore dal primo ministro Naftali Bennett, che durante un incontro con gli esperti della sicurezza ha parlato di un ritrovato tecnologico di nuova generazione (il “muro laser”) pronto entro un anno per il sud di Israele, poi nel resto del Paese. Un annuncio colto con una certa dose di diffidenza all’interno degli apparati militari, secondo cui i tempi sarebbero troppo stretti per attuare il progetto. 

L’escalation di violenze registrata in quest’ultimo periodo nella regione meridionale, in particolare in Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti (Eau) oggetto del lancio di missili e droni da parte degli Houthi in Yemen, ha spinto i vertici del governo israeliano a rafforzare lo scudo difensivo. Al momento non vi sono molte informazioni sulla nuova tecnologia annunciata dal premier, dall’efficacia nell’intercettare gli attacchi nemici ai tempi e costi di realizzazione. Le ipotesi parlano di un combinato di terra, aria e mare ed è, prima di tutto, un messaggio di avvertimento all’Iran e ai suoi alleati - leggi Hezbollah - nell’area.

“Se possiamo intercettare - ha sottolineato il primo ministro - un missile o un razzo con un impulso elettrico che costa pochi dollari, neutralizzeremo essenzialmente l’anello di fuoco che l’Iran ha allestito”. “Questa nuova generazione di difesa aerea - ha aggiunto durante l’incontro tenuto all’Istituto per gli studi sulla sicurezza nazionale dell’università di Tel Aviv - può anche servire i nostri amici nella regione”.

La tecnologia laser ha lo scopo di integrare “Iron Dome” e altri sistemi per affrontare e sventare nuove minacce. Bennett ha spiegato che “qualcuno a Gaza” può lanciare un razzo verso Israele per poche centinaia di dollari, ma intercettarlo costa decine di migliaia di dollari. Da qui l’idea di approntare un “muro laser” che l’esercito sarà chiamato a testare nel futuro prossimo e che dovrà essere in grado di neutralizzare e abbattere missili, razzi e droni.

Prototipi con tecnologia laser sono allo studio da anni, ma la loro operatività era prevista non prima del 2025. “Entro un anno - ha affermato Bennett - le Forze di difesa israeliane (Idf) metteranno in atto un sistema di intercettazione basato sui laser, dapprima sperimentale e poi operativo”. Tuttavia, fonti anonime dell’esercito criticano i proclami del premier il quale “getta solo fumo negli occhi” ai propri cittadini, perché serviranno “anni” per approntare il nuovo sistema. 

Di recente funzionari della Difesa hanno già parlato di test promettenti con sistema di difesa laser montati su aerei per intercettare velivoli senza pilota. Il sistema dovrebbe essere in grado di affrontare le minacce provenienti da lungo raggio e alta quota, a prescindere dalle condizioni meteo. Da parte sua Iron Dome ha registrato un successo del 90% nell’intercettare i razzi lanciati in quattro guerre e ripetute schermaglie dai militanti di Hamas nella Striscia di Gaza.