Taunggyi: aperta una scuola per i bambini sfollati a causa della guerra

Tra pandemia e conflitto da due anni i più piccoli non tornano in aula. Dopo che Loikaw è stata ridotta a una città fantasma dalle rappresaglie dell'esercito birmano contro le milizie locali, ogni settimana migliaia di rifugiati interni arrivano nello Stato Shan. La scuola è una delle iniziative della Chiesa locale sostenute grazie al fondo Emergenza Myanmar lanciato dalla Fondazione Pime. 


Yangon (AsiaNews) - A Taunggyi è stata inaugurata una scuola primaria per bambini dai 6 ai 18 anni sfollati a causa del conflitto nel vicino Stato Kayah. Una guerra che - a causa delle rappresaglie dell'esercito nei confronti delle milizie etniche locali - ha visto negli ultimi mesi un esodo drammatico della popolazione civile, con decine di migliaia di persone che hanno lasciato il capoluogo Loikaw.

La nuova scuola è una delle iniziative sostenute dal fondo Emergenza Myanmar lanciato la scorsa settimana dalla Fondazione Pime per non dimenticare le vittime della tragedia che da un anno ormai sta vivendo il Paese. A volerla a Taunggyi sono state le famiglie di rifugiati interni e gli stessi ragazzi, che da due anni, a causa del conflitto civile e della pandemia, non sono più tornati in aula. La scuola accoglierà 179 studenti e sarà organizzata in due strutture. Gli studenti saranno divisi in 10 classi in base all’età, dal grado 1 al grado 10. Potranno frequentare corsi di lingua birmana, lingua inglese, matematica e partecipare a laboratori tenuti da uno psicologo: un’ora a settimana di “laboratorio creativo” e un’ora a settimana di “narrativa” e lettura condivisa. Il gruppo docente è invece composto da 10 persone: si tratta di insegnanti già formati, per la maggior parte donne sfollate.

La crisi politica che da ormai un anno sta attraversando il Myanmar, oltre a creare un clima di insicurezza, sta esacerbando le condizioni di povertà dell’intera popolazione. Le proteste scoppiate a seguito del colpo di Stato del primo febbraio 2021 si sono trasformate in una vera e propria guerra civile: le milizie etniche e i soldati della giunta birmana che hanno mandato in esilio il governo civile guidato da Aung San Suu Kyi si scontrano ormai in ogni Stato e regione del Paese.

A dicembre i militari hanno bombardato per una settimana Loikaw, che prima della guerra ospitava 70mila abitanti. Almeno 60mila si sono rifugiati nelle vicine città di Taunggyi e Taungoo, dove opera la Chiesa locale. Ma l'emergenza rifugiati coinvolge anche altre zone del Myanmar: secondo l’Unhcr nell'ultimo anno il numero totale degli sfollati è salito a oltre 400mila, con un aumento di circa 10-15mila a settimana. Secondo alcune fonti Loikaw sarebbe ormai del tutto disabitata.

Di fronte a questa situazione la Fondazione Pime ha deciso di aprire il Fondo S145 Emergenza Myanmar, per sostenere le iniziative delle Chiese locali, molte delle quali fondate proprio dai missionari del Pime prima dell'espulsione dei missionari stranieri nel 1966.

L’obiettivo della campagna è dare un aiuto immediato a migliaia di persone, andando a sostenere la rete di accoglienza che le diocesi di Taungoo e di Taunggyi stanno allestendo. Tante realtà religiose locali hanno risposto a questa emergenza e lo stanno facendo mostrando il volto più bello del Myanmar: quello di un popolo che, nonostante le tante sofferenze che hanno segnato la sua storia, sceglie la strada della solidarietà. È a loro che invieremo aiuti, partendo dai bisogni elementari delle persone: un tetto, il cibo, una scuola per i più piccoli che non la frequentano più.

Si può donare con causale “S145 – Emergenza Myanmar”: