Attacco all’Ucraina: dopo i contraccolpi Pechino smorza il sostegno a Mosca
di John Ai

La propaganda cinese manipola le opinioni sull’invasione dell’Ucraina. I media ufficiali citano i media russi, mentre le opinioni sul web contro la guerra sono censurate. Le autorità di Pechino vogliono però evitare le critiche della comunità internazionale e possibili ritorsioni contro i cittadini cinesi in Ucraina.


Roma (AsiaNews) – Con l'intensificarsi del conflitto tra Russia e Ucraina, le autorità cinesi iniziano ad adottare un approccio cauto nella propaganda e un profilo più basso per evitare contraccolpi alla propria immagine. Pechino si è astenuta nel voto del Consiglio di sicurezza Onu contro l’invasione russa dell’Ucraina. Nel frattempo, le autorità cinesi tacciono sull’aggressione della Russia, ma allo stesso tempo si astengono dall'esprimere sostegno a Mosca.

In una telefonata con Vladimir Putin, il presidente Xi Jinping ha detto che "la Cina determina la sua posizione riguardo alla questione ucraina in base ai propri interessi". L'ambasciatore cinese a Kiev, Fan Xianrong, ha annunciato che rimarrà al proprio posto. Fan ha suggerito ai cittadini cinesi in Ucraina di capire i sentimenti degli ucraini e di non fare provocazioni. Il diplomatico ha ribadito che la Cina “rispetta l'indipendenza dell'Ucraina, la sovranità e l'integrità del suo territorio, nella speranza che il Paese mantenga “la pace e la stabilità".

I media ufficiali cinesi rilanciano la propaganda pro-Russia ma chiedono anche agli internauti cinesi di moderare i "discorsi che inneggiano" all’invasione. La propaganda di Mosca riprende i rapporti sulle condizioni dell'Ucraina dalla governativa Russia Today e incolpa le autorità ucraine di aver causato il conflitto per la loro politica filo-occidentale.

Le autorità in Cina censurano anche le informazioni sfavorevoli alla Russia e le opinioni contrarie alla guerra scatenata da Mosca. La traduzione in cinese di una lettera aperta di 2mila scienziati e giornalisti russi contro la guerra è stata rimossa sul social network cinese WeChat. Il governo ha censurato poi una dichiarazione contraria all’invasione russa pubblicata da cinque professori cinesi.

La posizione dei media cinesi di Stato è che lo scopo dell'azione militare della Russia è quello di impedire l'allargamento della Nato verso est. A loro dire gli attacchi russi prendono di mira solo le  strutture e infrastrutture militari ucraine, e non la popolazione civile. Essi raccontano – falsamente – che l’avanzata russa procede velocemente e senza intoppi, evitando di usare parole come "invasione" e "guerra".

La maggior parte dei commenti online sono a favore dell'esercito russo e di Putin. I netizen cinesi avvertono anche che Taiwan sarà abbandonata dagli Stati Uniti e dall'Occidente come l'Ucraina, e che la Cina può facilmente distruggere le infrastrutture difensive di Taipei in poche ore.

Ci sono poi discorsi oltraggiosi che suggeriscono di portare le donne ucraine in Cina per farle sposare con uomini cinesi: post che hanno aggiunto carburante al sentimento anti-cinese in Ucraina. Dopo che gli ucraini in Cina hanno girato tali informazioni al loro Paese, gli studenti cinesi in Ucraina dicono di aver dovuto affrontare l'ostilità della popolazione locale. Per salvare la vita dei cinesi in Ucraina, uno di loro ha pubblicato un video in cui esorta gli utenti web in Cina a smettere di pubblicare commenti di scherno. L'agenzia di stampa statale Xinhua ha ricordato agli internauti cinesi di comportarsi in modo appropriato e di postare commenti razionali.

In questi giorni di crisi, le autorità cinesi tentano anche di promuovere il patriottismo, soprattutto l’idea che il governo può proteggere i cinesi all’estero e riportarli in patria nei momenti critici. Nel film cinese a tema patriottico “Wolf Warrior II”, che è stato il campione d’incassi nel 2017, il protagonista Wu Jing(吴京) mette in salvo cittadini cinesi attraversando una zona di guerra in Africa. L’evacuazione, fatta sfoggiando la bandiera nazionale, avviene dopo che le parti in conflitto si fermano per far passare il convoglio cinese.

La missione diplomatica cinese in Ucraina non è riuscita però a replicare le gesta del film. Il 25 febbraio l'ambasciata a Kiev ha ricordato ai cittadini e alle aziende cinesi di essere prudenti per la loro sicurezza. In caso di lunghi spostamenti in macchina, ha suggerito di mettere in mostra una bandiera nazionale.

In un primo momento, i media cinesi avevano detto che le bandiere nazionali erano "l'amuleto" del popolo cinese” e che erano esaurite a Kiev. Molti connazionali che non potevano comprarne una, la cucivano a mano. Il 26 febbraio l'ambasciata ha cambiato all’improvviso posizione, chiedendo ai cittadini cinesi di non rivelare la propria identità e di non mostrare alcun segno di identificazione.