Nell'ordinanza sul conflitto Ucraino all'Aja Dalveer Bhandari, ex giudice della Corte suprema di New Delhi, si è espresso a favore ddel testo che chiede a Mosca di sospendere le operazioni militari, rigettando la giustificazione della risposta a un "genocidio". Negli organismi politici dell'Onu finora l'India ha sempre scelto l'astensione per evitare di condannare la Russia.
New Delhi (AsiaNews) - Alla Corte internazionale di giustizia dell’Aja il giudice indiano Dalveer Bhandari ha votato a favore dell’ordinanza con cui il maggiore organo giudiziario dell’Onu ha stabilito che la Russia deve cessare le operazioni militari in Ucraina. La decisione ha visto il voto favorevole di 13 dei 15 giudici, con unici due contrari il vice-presidente, il giudice russo Kirill Gevorgian, e di quello cinese Sue Hanqin.
Il voto di Bhandari assume un significato particolare alla luce della posizione tenuta dall’India rispetto al conflitto: negli organismi politici dell’Onu finora New Delhi ha sempre evitato di votare contro Mosca, astenendosi sia nelle risoluzioni presentate al Consiglio di sicurezza sia in quella andata al voto all’Assemblea generale straordinaria il 2 marzo. Il governo indiano sta cercando di mantenere un delicato equilibrio tra la sua tradizionale neutralità e gli interessi economici e geopolitici in gioco nella crisi. Dovendo esprimersi sul profilo giuridico della vicenda, però, il giudice indiano ha scelto la condanna dell’azione militare.
Bhandari - che ha 74 anni ed è originario di Jodhpur - è un ex giudice della Corte suprema indiana che fa parte del collegio della Corte internazionale di giustizia del 2012. La sua rielezione per un secondo mandato nel 2018 era stata letta come un segnale dell’ascesa politica di New Delhi, dal momento che aveva costretto la Gran Bretagna a ritirare una sua candidatura una volta appurato che l’orientamento di voto dei Paesi membri dell’Assemblea generale dell’Onu era in favore del giudice indiano.
Da parte sua Bhandari, anche nella sua attività di giudice costituzionale in India, ha firmato pronunciamenti importanti sul tema del diritto umanitario riguardo a questioni come il diritto al cibo, all’istruzione, a un tetto per chi è senza fissa dimora. Sul suo voto il ministero degli Esteri di New Delhi si è affrettato a precisare che è scorretto descrivere Bhandari come "il giudice dell'India", sostenendo che "è un membro della corte e si dà il caso che sia un cittadino indiano".
Nella sentenza sul conflitto in corso la Corte internazionale di giustizia specifica che non sono state presentate prove del presunto genocidio che sarebbe commesso da Kiev contro le popolazioni russofone dell'Ucraina orientale e citato da Mosca come motivazione dell’invasione. Il verdetto chiede alla Russia di “sospendere immediatamente le operazioni militari”. Ma la sua efficacia è depotenziata dal fatto che, un Paese che non rispetta una sentenza della Corte internazionale di giustizia, è portato a risponderne al Consiglio di sicurezza dell’Onu, dove la Russia può contare sul diritto di veto.