Impatto sulle esportazioni di tè, sul turismo e sulla crisi della valuta estera. Uno scontro prolungato rischia di bloccare del tutto l'export, anche a causa dell'aumento dei prezzi dell'energia in Europa. Al momento dalla Russia e dall'Ucraina non arrivano grano, olio di girasole e prodotti lavorati in ferro e acciaio.
Colombo (AsiaNews) - L'invasione russa dell'Ucraina minaccia le esportazioni di tè dello Sri Lanka, l'industria nazionale del turismo (che si stava riprendendo dopo la pandemia) e spingerà in alto l'inflazione. A rischio, come in altre parti del mondo, anche il settore energetico. Secondo gli analisti, le conseguenze economiche della guerra rischiano di mandare in bancarotta il Paese.
L'invasione ordinata da Putin ha aggravato poi la crisi del dollaro e fermato l’arrivo di turisti russi e ucraini, i più numerosi a visitare l'isola. La Sri Lanka Tourism Development Authority ha riferito ad AsiaNews che circa 20mila ucraini e russi erano arrivati in Sri Lanka nel gennaio 2022, rappresentando più di un quarto del totale dei visitatori. I turisti ucraini sono stati i primi viaggiatori post-Covid in Sri Lanka a portare la tanto agognata valuta estera, una notizia che era rimbalzata sui vari media l’anno scorso, accompagnata dalle accuse che i viaggiatori avessero portato sull’isola anche un nuovo ceppo di coronavirus. Al momento migliaia di turisti ucraini e russi sono bloccati in Sri Lanka, impossibilitati a utilizzare le carte di credito, perché le banche internazionali hanno sospeso le transazioni con la Russia.
Gli economisti segnalano che le esportazioni di tè dello Sri Lanka verso la Russia sono passate dai 46 milioni di kg del 2013 a 27 milioni di kg nel 2021. Nonostante questo trend negativo, la domanda di 'Ceylon Tea' ha avuto un ruolo significativo per le’economia srilankese fino a gennaio di quest’anno, prima dell'inizio del conflitto russo-ucraino.
Nel 2021 lo Sri Lanka ha esportato 4,2 milioni di kg di tè in Ucraina, in linea con le esportazioni degli ultimi sette anni. Secondo fonti della Colombo Tea Traders Association, è possibile che "tutto si fermi", che si verifichi uno stop completo alle esportazioni di tè in quanto "potremmo non essere in grado di spedire merci in Russia, Ucraina,o altri Stati dell'Europa orientale come la Lituania".
Secondo i piantatori di tè dello Sri Lanka, un conflitto prolungato avrebbe un impatto "grave" sul commercio dei loro prodotti, mentre la perdita di valore del rublo e l’esclusione delle banche russe dal sistema di pagamenti internazionali Swift saranno un grande "colpo per l'economia dello Sri Lanka".
Diversi esportatori hanno spiegato ad AsiaNews che a causa delle sanzioni imposte dai Paesi occidentali, anche il mercato del tè rischia di subirne l’impatto, al punto che "potrebbe esserci la possibilità di non commerciare con la Russia".
Russia e Ucraina acquistano circa il 18% del tè nero prodotto in Sri Lanka. Allo stesso modo, il 45% delle importazioni di grano da parte dell'isola proviene dalle due parti in conflitto. Anche oltre il 50% delle importazioni di soia, olio di girasole e legumi, proviene dall'Ucraina. Mosca e Kyiv sono anche fornitori importanti di prodotti semilavorati di ferro e acciaio, amianto, rame (catodi) e cloruro di potassio per fertilizzanti.
Se la crisi tra Ucraina e Russia dovesse prolungarsi ancora per molto, i prezzi del carburante e delle materie prime in Sri Lanka rischiano di crescere ancor di più, andando a pesare sulle tasche dei consumatori. Allo stesso tempo, la pressione inflazionistica nei mercati occidentali, specialmente quelli europei, causata dagli alti prezzi dell'energia e dai ritardi nelle catene di approvvigionamento, rischia di far scendere il potere d'acquisto dei consumatori, riducendo la domanda di beni esportati dallo Sri Lanka. Attualmente, l'Europa è una destinazione importante per le esportazioni di capi d’abbigliamento, tè, spezie e frutti di mare dallo Sri Lanka.