Colombo chiede a Pechino altri 2,5 miliardi di dollari in prestito
di Arundathie Abeysinghe

La cifra andrebbe ad aggiungersi ai 2,8 miliardi che i cinesi hanno concesso dallo scoppio della pandemia. Nuovi accordi economici anche con l'India. Continuano i blackout a causa della mancanza di carburante.


Colombo (AsiaNews) - Lo Sri Lanka ha avanzato una nuova richiesta alla Cina per 2,5 miliardi di dollari: un prestito di un miliardo di dollari e una linea di credito di 1,5 miliardi, che andrebbero ad aggiungersi ai 2,8 miliardi di assistenza che Pechino ha concesso allo Sri Lanka dallo scoppio della pandemia da Covid-19. La nazione insulare è alle prese con la più grave crisi economica dai tempi dell'indipendenza. Il 18 marzo al governo srilankese è stato offerto un prestito di 500 milioni di dollari dalla China Development Bank.

L’anno scorso il presidente Gotabaya Rajapaksa aveva chiesto alla Cina una ristrutturazione del debito a causa dell'esaurimento delle riserve estere. La richiesta era arrivata dopo che le agenzie internazionali di rating avevano declassato il debito sovrano di Colombo.

Nell'ultimo decennio Pechino ha prestato allo Sri Lanka oltre 5 miliardi di dollari per la costruzione di un aeroporto, un porto, autostrade e una centrale a carbone. In contrasto con le posizioni cinesi, i critici sono dell'opinione che i fondi siano stati usati per "cattedrali nel deserto" che avranno bassi ritorni economici.

A livello istituzionale, la Cina è il principale prestatore dello Sri Lanka dopo la Banca asiatica di sviluppo e il Giappone.

Diversi analisti sostengono che i cinesi sfruttino la situazione di Paesi con debiti alle stelle per accaparrarsi asset strategici.Nel settembre 2020, ad esempio, una nazione sull'orlo della bancarotta come il Laos ha ceduto per 600 milioni di dollari una parte della sua rete energetica a una compagnia a maggioranza cinese, nel tentativo di alleviare il debito dai creditori cinesi. Lo Sri Lanka potrebbe trovarsi nella stessa situazione in futuro, se non fosse in grado di pagare i propri debiti.

Secondo molti economisti, lo Sri Lanka e la Cina stanno cercando di rilanciare un accordo bilaterale di libero scambio. Finora si sono tenuti sei round di negoziati: se il trattato dovesse essere finalmente siglato, il vasto mercato cinese si aprirebbe a produttori, commercianti ed esportatori dello Sri Lanka. Ossrvatori ritengono che l'intesa stimolerà il commercio bilaterale e contribuirà a ridurre la dipendenza dello Sri Lanka dai tradizionali mercati statunitensi ed europei.

Colombo non guarda solo alla Cina. Pochi giorni fa il goevrno srilankese ha ottenuto una linea di credito di un miliardo di dollari anche dall'India. L’accordo è stato firmato il 17 marzo, durante la visita del ministro delle Finanze Basil Rajapaksa, con la State Bank of India. 

Lo Sri Lanka deve ripagare circa 4 miliardi di dollari di debito nel 2022, tra cui un titolo di Stato da 1 miliardo di dollari che scade a luglio. Le riserve del Paese a febbraio sono scese però a 2,31 miliardi di dollari.

A causa della carenza di valuta estera, lo Sri Lanka fatica a pagare le importazioni di beni di prima necessità tra cui cibo, carburante e medicine. In tutto il Paese sono state imposte interruzioni della corrente a causa della scarsità di carburante per produrre energia. 

La situazione ha generato una serie di proteste da parte dell'opposizione politica e di gruppi di cittadini che incolpano il governo Rajapaksa della crisi.