Con 'Drive my car' il Giappone torna all'Oscar dopo 13 anni

L'Accademy ha scelto l'opera di Hamaguchi come miglior film straniero. La pellicola, basata su un racconto di Murakami, era candidata anche in altre tre categorie. Cresce la popolarità dei film asiatici.


Tokyo (AsiaNews/Agenzie) - Il film giapponese “Drive my car” del regista Ryusuke Hamaguchi ha vinto l’Oscar per il miglior film straniero durante la 94ma cerimonia degli Academy Awards che si è tenuta ieri a Los Angeles. Erano 13 anni che il Giappone non vinceva la statuetta dopo “Okuribito” (tradotto con “Departures”) di Yojiro Takita che ricevette il riconoscimento nel 2009.

“Drive my car” è basato sull'omonimo racconto di Haruki Murakami, contenuto nella raccolta “Uomini senza donne”. Il film, della durata di 3 ore, racconta il dramma di un regista ed attore teatrale rimasto vedovo che cerca un autista. Il suo meccanico gli propone una ragazza di 20 anni che guida una Saab 900 rossa, interpretata da Toko Miura. Dopo alcune riserve iniziali tra i due si sviluppa una relazione speciale. 

Hamaguchi, candidato anche miglior regista, ha ringraziato gli attori giapponesi, sudcoreani e taiwanesi che hanno lavorato al film e tutti i collaboratori. In un’intervista successiva ha detto che pensa che il film abbia avuto successo perché legato al tema dei tempi che cambiano e alle vicende della pandemia: “Credo che questa storia riguardo alla perdita e riguardo all’andare avanti dopo questa perdita abbia in qualche modo risuonato con molte persone qui”. 

“Drive my car” aveva ottenuto la nomination anche come miglior film (primo film giapponese nella storia a essere candidato in questa categoria) e miglior sceneggiatura non originale. Dopo aver vinto a Cannes il premio per la miglior sceneggiatura, la pellicola a gennaio aveva ricevuto il Golden Globe per miglior film in lingua non inglese e ha finora ottenuto in totale circa 90 riconoscimenti in Giappone e all’estero.

Negli ultimi anni i film asiatici stanno ricevendo sempre più riconoscimenti: la regista cinese Chloe Zhao l’anno scorso ha vinto il premio come miglior regista per il road movie "Nomadland", mentre il sudcoreano “Parasite” aveva vinto la statuetta per miglior film nel 2020. “Una volta superata la barriera, alta un pollice, dei sottotitoli”, aveva commentato il regista Bong Joon-ho dopo aver vinto il premio per miglior film in lingua straniera ai Golden Globe del 2020 “si avrà accesso a molti altri film incredibili”.