Manila, Corte suprema: anche i figli nati fuori dal matrimonio possono ricevere l'eredità

Per le Filippine si tratta di una sentenza storica. I giudici hanno reinterpretato l'articolo 992 del codice civile, definendo gli eredi consanguinei e non più "legittimi" o "illegittimi".


Manila (AsiaNews) - La Corte suprema delle Filippine ha deciso che anche i figli nati fuori dal matrimonio potranno ricevere l’eredità. Il tribunale ha così “reinterpretato l'articolo 992 del codice civile, che vieta ai figli non coniugali di ereditare dai fratelli che sono figli coniugali, così come dai parenti paterni o materni”, si legge in un comunicato dell'Ufficio di informazione pubblica della Corte. La legge era chiamata “cortina di ferro” per le differenze che poneva tra figli legittimi e illegittimi. 

La sentenza unanime del tribunale ha chiuso il caso Aquino vs Aquino, in cui Amadea Maggie Ho Aquino rivendicava il diritto di ereditare dal nonno Miguel, anche se il padre, Arturo, era morto prima della nascita della figlia e prima che potesse sposare la madre.

L'articolo 992 del codice civile afferma che “il figlio illegittimo non ha diritto di ereditare ab intestato dai figli legittimi e dai parenti del padre o della madre; né tali figli o parenti erediteranno allo stesso modo dal figlio illegittimo”.

Ma la sentenza, redatta dal giudice Marvic Leonen, ha stabilito che “i nonni e gli altri ascendenti diretti non rientrano nell'ambito dei 'parenti' ai sensi dell'articolo 992", perché sia i figli coniugali che non coniugali sono consanguinei dei genitori e di altri ascendenti, per cui la materia deve essere disciplinata dall’articolo 982 del codice civile, “che non fa differenze in base allo stato di nascita dei nipoti e di altri discendenti diretti”. L'articolo 982 afferma infatti che "i nipoti e gli altri discendenti erediteranno per diritto di rappresentanza, e se qualcuno di loro fosse morto, lasciando più eredi, la parte che gli spettava sarà divisa tra questi ultimi in parti uguali".

I giudici hanno infine criticato la scelta di utilizzare i termini “legittimo” e “illegittimo”, definendoli peggiorativi, e preferendo le parole “coniugali” e “non coniugali” per riferirsi alla prole nata durante o al di fuori del matrimonio: “Mettendo da parte congetture regressive sulla vita familiare a favore dell'interesse superiore del minore, la Corte ha abbandonato la presunzione che i figli non coniugali siano prodotti di relazioni illecite o che siano automaticamente collocati in un ambiente ostile perpetrato dalla famiglia coniugale”, ha dichiarato l’Ufficio di informazione.

La sentenza è destinata ad avere un peso particolare dal momento che nelle Filippine non esiste una legge sul divorzio. Maggie Aquino ha trovato il sostegno degli esperti legali: anche il giudice associato Ramon Paul Hernando, per esempio, ha definito la vecchia clausola del codice civile “arretrata”.