Domenica si riunisce il parlamento iracheno, ma non c'è accordo sul premier

Sunniti, laici e curdi sono contro la conferma di Jaafari. Alcune tribù sunnite del nord "dichiarano guerra" ad Al Qaeda.


Baghdad (AsiaNews/Agenzie) – E' stata fissata per domenica la prima riunione del parlamento iracheno uscito dalle elezioni di dicembre, ma restano i contrasti tra le fazioni sul nome del futuro primo ministro, con curdi, sciiti laici e sunniti che oppongono all'idea di un nuovo incarico ad Ibrhim al-Jaafari, espressione della Coalizione sciita che ha vinto le elezioni, la proposta di un governo di unità nazionale.

Viene vista nel senso di un passo verso l'unità del Paese anche le affermazioni di alcune tribù di Hawija, 220 chilometri a nord di Baghdad, uno dei bastioni della rivolta sunnita, che hanno "dichiarato guerra" ad al-Zarqawi, capo di Al Qaeda in Iraq. Motivo del gesto, l'uccisione di alcuni capi e di membri delle tribù. "Vogliamo – ha dichiarato uno dei capi della potente tribù di Jubur - combattere tutti coloro che hanno compiuto gli attacchi, specialmente Al Qaeda". "I terroristi – ha aggiunto Abdel Rahman al-Assai, capo della tribù di Obaidi – stanno conducendo una campagna contro di noi. Uccidono, rapiscono e terrorizzano il nostro popolo. Non possiamo accettare questo. La resistenza si oppone all'occupazione: questa è una questione irachena".

Mentre non si arresta la strage in Iraq: anche oggi 5 autobomba in varie località del Paese hanno provocato almeno cinque morti, il presidente iracheno Jalal Talabani, che oggi ha annunciato la convocazione del Parlamento, ha inviato un suo stretto collaboratore, Barhem Saleh, dal grande ayatollah sciita Ali al-Sistani, per spiegargli l'opposizione degli altri gruppi a Jaafari. "Respingiamo Jaafari – ha spiegato Saleh – perché crediamo che l'Iraq ha bisogno di un governo di unità nazionale e volti nuovi". Al-Sistani, ha detto ancora, "ha ascoltato le nostre ragioni e sottolineato la necessità di continuare il dialogo con le altre fazioni irachene".

Saleh ha incontrato anche Moqtada al-Sadr, il leader radicale sciita, che è uno dei maggiori sostenitori di Jaafari. "Sadr – ha raccontato l'inviato del presidente – ha insistito sull'unità nazionale e sul consolidamento dei legami fra gli iracheni", ma ha aggiunto di voler continuare a sostenere Jaafari.