Dal Pakistan al confine con l'Ucraina, il viaggio del pastore Manzoor
di Shafique Khokhar

È andato in Polonia per portare aiuti ai profughi che stanno scappando dalla guerra. C’è bisogno di vestiti caldi, cibo e medicine: “Ho sentito storie strazianti", ha raccontato il pentecostale ad AsiaNews.


Karachi (AsiaNews) - “Visitare la gente dell'Ucraina in Polonia è stata un'esperienza dolorosa. Ho visto persone piangere per i loro cari rimasti indietro, persone che arrivano in Polonia dopo ore e ore di viaggio in cui si sono disperate”. Sono queste le parole del pastore Suleman Manzoor dopo essere rientrato in Pakistan all'aeroporto internazionale Jinnah di Karachi. Ad accoglierlo era presente il senatore Anwar Lal Dean, del Pakistan Peoples Party, e diversi laici e religiosi. 

Manzoor, presidente dell’organizzazione pentecostale Rapha Mission International, è partito dal Pakistan e ha trascorso tre giorni e tre notti al confine tra Ucraina e Polonia per assistere i profughi, ha raccontato ad AsiaNews. A centinaia arrivano alla frontiera dopo un lungo viaggio. C’è bisogno di vestiti caldi, cibo e medicine: “Ho sentito storie strazianti di persone arrivate con bambini piccoli, madri e nonne separate dal resto della famiglia”, ha detto il missionario. “Questo è un momento in cui non dobbiamo solo pregare, ma anche sostenere e condividere con gli ucraini le benedizioni che Dio ci ha dato. Gesù ha dato a tutti noi una missione, di diffondere la Buona Novella. È Dio che mi usa e manda nel mondo”

Il pastore ha poi ringraziato il governo polacco per tutto quello che sta facendo per i rifugiati ucraini. “Ciò che ha fatto il pastore Suleman Manzoor è senza prezzo”, ha commentato il senatore Lal Dean. “Ha mandato un messaggio di pace e mostrato la nostra solidarietà non solo in quanto cristiano, ma anche come un vero pakistano”.

Anche Younus Khan, avvocato cristiano e membro del partito politico Jamait-e-Islami “si è sentito orgoglioso” del pastore Manzoor e di quello che ha fatto in Ucraina: “Ha sostenuto le persone senza discriminazione, e questo è quello che ci ha insegnato Cristo nostro Signore”.