Monito del Partito: i comunisti cinesi non devono professare una religione

E' "pericoloso" che membri del Partito comunista aderiscano ad una fede religiosa, che per loro non è "un fatto privato", in quanto debbono sottostare allo statuto del Partito. L'affermazione è contenuta in un documento del Comitato centrale del Partito comunista della provincia di Liaoning, che si propone di rilanciare l'ateismo.


Pechino (AsiaNews) – Sono 20 milioni i membri del Partito comunista cinese che hanno aderito ad una fede religiosa: quanto ciò preoccupi l'anima stalinista del PCC è evidenziato da un documento del Liaoning, del quale AsiaNews è venuta in possesso e che pubblichiamo integralmente.

"Negli ultimi anni, in alcune zone nelle quali vivono minoranze etniche e nelle quali non tutta la popolazione locale professa una religione, alcuni membri del Partito comunista hanno aderito alla religione. Questa risulta un grave pericolo per la costruzione del nostro Partito. E' un cattivo comportamento ed è un'idea che influenza e indebolisce la purezza del Partito. Dobbiamo combatterlo con forza e determinazione. Comunisti che professano la religione sono un problema da non trascurare. E' necessario riaffermare l'ateismo del Partito comunista; è esigenza fondamentale del materialismo dialettico del proletariato.

 

1.       l'articolo 46 della Costituzione non deve essere usato come pretesto per permettere ai comunisti di professare una religione. Esso dice che "il cittadino possiede la libertà religiosa". E' vero, il cittadino possiede la libertà religiosa. Ma è cosa da cittadini e sebbene i  comunisti siano cittadini, non sono cittadini qualsiasi. Essi sono membri dell'"avanguardia della classe operaia cinese". Tutti i comunisti devono sottostare allo Statuto del Partito. Nessuno può negare che la religione non è un'idea [propria] del proletariato. Come può un membro del partito  commettere un reato di complicità?

2.      professare la religione non è "affare privato".

3.      le costruzione delle nuove chiese non è fatta per accogliere i membri del Partito.

4.      professare la religione a causa dello scontento non è atteggiamento corretto di un membro di Partito.

5.      il fatto che comunisti professano una religione causerà sicuramente la crescita furiosa della superstizione del tempo feudale.

6.      il fatto che comunisti professino una religione indebolisce la capacità di combattere dei membri del Partito.

7.      il fatto che comunisti professino una religione è un segnale pericoloso.

8.      occorre propagare l'ateismo per risvegliare i comunisti che hanno aderito ad una religione.

 

La religione [si dice] attira l'interesse della gente perché insegna le cose buone. Ad esempio: il Buddismo è contro il furto, contro l'oscenità, contro la menzogna; nei comandamenti del Cristianesimo ci sono il lavoro, l'amare per i genitori, non fare del male agli altri. L'Islam insegna a dire la verità, a fare opere buone, condanna fortemente i giochi d'azzardo e la prostituzione. Ma il Marxismo non è affatto contrario a queste "buone cose". Anzi troviamo la raccomandazione di imparare "buona cose" nei tanti testi e opere del Marxismo e del Governo Centrale. Le "tre discipline e otto attenzioni" (san da ji lu, ba xiang zhu yi) sono talmente profonde che sono irraggiungibili per le dottrine religiose. Perché non possiamo fare una propaganda migliore, superando i religiosi? Ripercorrendo la storia dei comunisti nella Guerra rivoluzionaria contro il feudalesimo e contro l'imperialismo e nella costruzione del tempo di pace, saremo capaci di esaltare nuovamente la maestosità della nostra costruzione ideologica.

 

Dipartimento di propaganda del Comitato centrale del Partito comunista della provincia del Liaoning".

(traduzione dal cinese di AsiaNews)