Karnataka, bandiera zafferano e ritratto di Hanuman in una sala di preghiera cristiana
di Nirmala Carvalho

Gesto provocatorio dei nazionalisti indù in un villaggio del distretto di Dakshina Kannada. Intanto anche l'Alta Corte del Tamil Nadu discuterà la questione delle "conversioni forzate". La protesta dei cattolici locali: "Strumentalizzato per fini politici il suicidio di una ragazza". 


Mangalore (AsiaNews) - Nello Stato indiano del Karnataka nuove tensioni religiose alimentate dai fondamentalisti indù vedono al centro il villaggio di Renjilady nel distretto di Dakshina Kannada. Nel mirino - in particolare - la comunità evangelica. Già nei giorni scorsi nella località di Peradka una croce che si trovava sulla sommità di una sala per la preghiera era stata danneggiata e sostituita da una bandiera zafferano (il colore dei nazionalisti indù). Anche l’ingresso dell’edificio era stato forzato per lasciare al suo interno provocatoriamente un ritratto di Hanuman, una divinità indù.

Jose Verghese, responsabile locale dell’Immanuel Assembly of God, ha presentato una denuncia alla polizia anche per il furto di materiali tra cui il contatore dell’elettricità, pompe per l’acqua appena installate e nuove lampadine. Per tutta risposta gli attivisti del Vishwa Hindu Parishad e del Bajrang Dal - due delle principali realtà della galassia dell’hindutva - hanno presentato a loro volta una denuncia chiedendo che la “struttura di una chiesa illegale” a Predaka sia sgomberata. Sostengono che si trovi su un terreno di un contadino povero di nome Shobharaj, abbandonato da otto anni. “Appartengono a un’altra fede, compiono preghiere e altre attività per far diventare quell’edificio un centro per le conversioni”, scrivono sostenendo che ci sarebbe anche un altro edificio in costruzione senza il permesso dell’amministrazione locale. ”A Shobharaj - arrivano a dichiarare - va data protezione perché i leader della chiesa e altri politici lo hanno minacciato di morte”. Il Karnataka è uno degli Stati indiani governati dal Bjp dove in questi ultimi mesi è stata inasprita la legislazione contro le conversioni religiose, provvedimento bandiera dei nazionalisti indù.

Intanto anche nel Tamil Nadu l’Alta Corte locale ha accolto la richiesta di discutere una petizione sulla questione delle “conversioni forzate” nelle scuole. La notizia è stata accolta dalla comunità cattolica locale con sconcerto, perché la petizione nasce dalla strumentalizzazione della tragica morte di una ragazza di 17 anni ospite di un ostello cattolico, toltasi la vita alcune settimane fa. Per la vicenda una religiosa, suor Sahaya Mary delle Suore Francescane del Cuore Immacolato di Maria, era stata arrestata e successivamente liberata su cauzione. I nazionalisti indù hanno utilizzato un video in cui - anni prima – la ragazza parlava di presunte pressioni per la sua conversione, tacendo però l’esistenza dei gravi problemi nella sua famiglia che sarebbero all’origine del suo gesto estremo. P. Devasagayaraj M Zackarias, già segretario dell’ufficio per la protezione delle caste svantaggiate della Conferenza episcopale indiana, denuncia al sito cattolico MattersIndia: “stanno utilizzando la morte di questa ragazza per creare problemi inutili col solo scopo di ottenere un ritorno politico”.