Sagaing: la giunta militare attacca un villaggio cristiano

Sono almeno 20 le case bruciate in questi giorni a Chan Thar, oltre 500 le scorte di riso andate perse e parecchi gli sfollati. I soldati hanno fatto irruzione e dato fuoco alle abitazioni "senza alcuna ragione", raccontano fonti locali ad AsiaNews. La resistenza anti-golpe sta incontrando sempre più difficoltà.


Yangon (AsiaNews) - I soldati della giunta militare birmana hanno attaccato in questi giorni il villaggio di Chan Thar, township di Ye U, nella regione centrale di Sagaing. Circa 70 militari hanno fatto irruzione verso le 10 di sabato 7 maggio. Poche ore dopo i soldati hanno cominciato a bruciare le case “senza alcuna ragione”, racconta ad AsiaNews un’insegnante locale. “Hanno iniziato a dare fuoco alle case alle 14. Il giorno dopo hanno ricominciato a bruciare il villaggio alle 6 del mattino e verso le 7 se ne sono andati”.

Oltre 20 case sono andate distrutte, insieme a un ufficio che fungeva da biblioteca pubblica: “Le abitazioni e le proprietà sono diventate cenere davanti agli occhi della gente nel giro di poche ore”, continuano le fonti in loco. “Le persone si sono nascoste per non subire danni”. Anche diverse scorte di cibo, tra cui 500 ceste di riso, sono andate perdute insieme a un mulino e una pressa per la paglia. 

“Quando gli abitanti sono tornati alle loro case hanno realizzato di essere rimasti senza un posto dove dormire”. Parecchie persone si sono rifugiate a casa di parenti vicini o sono state trasferite in comunità d’accoglienza cristiane.

Chan Thar è un villaggio interamente cattolico. Nell’ultimo anno è stato preso di mira già quattro volte dall’esercito. I soldati “hanno sempre preso quello che volevano e ucciso persone innocenti”, spiega l’insegnante del villaggio. Nei mesi scorsi le forze armate hanno distrutto la chiesa e arrestato un parroco, insieme ad altri 8 giovani sacerdoti della diocesi di Mandalay. Sono stati rilasciati solo dopo una lunga negoziazione.

Chan Thar è anche il luogo di origine dell’arcivescovo Alphonse U Than Aung, ma negli anni ha offerto alla diocesi anche molte suore ed educatori. Prima del golpe e della guerra civile il villaggio ospitava 1.300 persone e contava 277 case.

La notizia dell’attacco è trapelata solo dopo che le linee internet sono state ripristinate.

La guerra civile imperversa in Myanmar da oltre un anno: il primo febbraio 2021 il Tatmadaw (l’esercito birmano) ha condotto un colpo di Stato con cui ha estromesso il precedente governo civile guidato da Aung San Suu Kyi, attualmente detenuta e sotto processo.

Secondo il sito indipendente The Irrawaddy, nella regione di Sagaing la resistenza anti-golpe è particolarmente tenace, ma sta incontrando sempre più difficoltà. Negli ultimi 15 mesi oltre 7.500 case sono state date alle fiamme.

Di fronte a questa drammatica situazione dimenticata dal mondo la Fondazione Pime continua a mantenere aperto il Fondo S145 Emergenza Myanmar, per sostenere le iniziative delle Chiese locali, molte delle quali fondate proprio dai missionari del Pime prima dell'espulsione dei missionari stranieri nel 1966. 

L’obiettivo della campagna è dare un aiuto immediato a migliaia di persone, andando a sostenere la rete di accoglienza che le diocesi di Taungoo e di Taunggyi stanno allestendo. Tante realtà religiose locali hanno risposto a questa emergenza. È a loro che invieremo aiuti, partendo dai bisogni elementari delle persone: un tetto, il cibo, una scuola per i più piccoli, che da due anni ormai – tra pandemia e guerra – non la frequentano più.

Si può donare con causale “S145 – Emergenza Myanmar”: