Manila piazza tre avamposti nelle isole contese del Mar Cinese meridionale

Lo scopo è di monitorare i movimenti delle imbarcazioni e rafforzare la sicurezza. Ma è anche un deterrente in risposta alle pretese territoriali della Cina. Dopo la pandemia Asean e Pechino provano a rilanciare i colloqui per un “Codice di condotta” nella regione. 


Manila (AsiaNews) - Le Filippine hanno stabilito tre avamposti della Guardia costiera in tre diverse isole contese del Mar Cinese meridionale. Lo scopo è di monitorare i movimenti delle navi e rafforzare la sicurezza. L’annuncio, giunto ieri da funzionari governativi a Manila, si inserisce in una fase di crescenti tensioni con Pechino in una regione teatro da tempo di rivendicazioni territoriali e confini marittimi contestati da diverse nazioni. La mossa, spiegano gli esperti, intende rafforzare la presenza [come fattore deterrente] di truppe filippine sulle isole Spratly e destinata a innescare nuove frizioni con la Cina, che rivendica l’area nella sua pressoché totale interezza. 

In passato Pechino ha sempre contestato qualsiasi nuova costruzione su scogliere e isole. Inoltre, negli ultimi anni ha trasformato parte della barriera corallina in basi insulari sotto la sorveglianza di truppe militari. Una politica che ha causato forti contrasti con altre nazioni asiatiche - dal Vietnam alla Malaysia - e dagli Stati Uniti che considerano strategico il controllo della regione, crocevia di commerci e snodo fondamentale dei transiti via mare. 

In risposta alle mire imperialiste cinesi, Washington ha rafforzato la presenza di unità della marina militare e dell’aeronautica, con compiti di sorvolo e pattugliamento per garantire la libertà di navigazione.  

L’ammiraglio Artemio Abu, alto ufficiale della Guardia costiera filippina, sottolinea che gli avamposti sulle isole, installati questa settimana, saranno gestiti da personale appartenente al corpo e dotati di dispositivi radio per comunicare eventuali incidenti. Egli non ha però specificato quanti membri e personale saranno stanziati, pur confermando che siamo al cospetto del più grande dispiegamento di forze sino a oggi nella regione contesa. “Attraverso questi punti di osservazione del comando - ha sottolineato in una nota - miglioreremo le nostre capacità di garantire la sicurezza marittima, la ricerca e il salvataggio, e la protezione dell’ambiente marino”.

Da anni le tre isole delle Spratly sono occupate da truppe filippine e sono conosciute sul piano internazionale come isole di West York, Nanshan e Northeast Cay. La scorsa settimana la Guardia costiera filippina ha posato cinque boe di navigazione che trasportavano bandiere nazionali al largo delle tre isole e vicino a Thitu, la più grande delle isole Spratly controllate da Manila. Le Filippine considerano la zona come parte della provincia occidentale di Palawan. I “marcatori del territorio” lampeggiano di notte per guidare pescatori e navi e “comunicare che le acque di prossimità sono considerate zone speciali protette” ha concluso l’ammiraglio, in cui sono vietate estrazione mineraria ed esplorazione petrolifera “per preservare le ricche risorse naturali”.

La Cina e l’Associazione delle nazioni del sud-est asiatico (Asean), che comprende quattro Stati coinvolti nelle controversie territoriali, hanno ripreso i colloqui quest’anno in merito a un “Codice di condotta” nel Mar Cinese meridionale. Il documento proposto equivale a un patto di non aggressione, volto a prevenire scontri armati nella regione. Nell’ultimo biennio i negoziati si sono arenati a causa della pandemia di Covid-19 e dei relativi blocchi, che hanno ostacolato anche il faticoso lavoro delle diplomazie regionali e internazionali.