Successione a Putin: pronto il ‘falco’ Patrušev
di Vladimir Rozanskij

Crescono le voci di un cambio al vertice del Cremlino. Problemi di salute per il presidente russo, criticato per l’andamento della guerra in Ucraina da “falchi” e “colombe”. Timori per gli effetti delle sanzioni occidentali. La scelta di Patrušev sarebbe però in continuità con la linea putiniana.


Mosca (AsiaNews) – Da molte fonti vicine al Cremlino crescono in questi giorni le voci di una possibile sostituzione di Putin, alle prese con sempre più evidenti problemi di salute, e che vedrebbe al suo posto il capo del Consiglio di Sicurezza Nikolaj Patrušev, il capofila dei “falchi” del regime. Tre mesi di guerra in Ucraina non hanno finora portato ad alcun evidente risultato, con una sequela di morti e distruzioni sempre più impressionante, per non dire delle conseguenze sull’economia russa delle sanzioni occidentali. Tutto questo non farebbe che aumentare le possibilità di un cambio ai vertici dello Stato.

I membri delle élite militari e politiche russe hanno del resto cambiato più volte opinione sulla guerra e la situazione nel Paese, per attestarsi su un generale pessimismo, e su un sempre più diffuso malumore nei confronti di Vladimir Putin, sia in chi è contrario alla guerra sia in chi continua a sostenerla. Questi ultimi accusano il presidente russo di debolezza, invitando a rilanciare l’offensiva in modo più deciso e sistematico.

Alcune fonti anonime del Cremlino hanno parlato con i corrispondenti di Meduza.ru, spiegando che secondo i falchi, “una volta che si è iniziato, bisogna avere il coraggio di andare fino in fondo, agendo senza farsi troppi scrupoli”. Con questo si intende la mobilitazione generale e la guerra “fino alla vittoria”, intendendo fino alla presa di Kiev.

Il problema è che la mobilitazione non sarebbe accettata dalla maggior parte della popolazione, neppure da chi è favorevole alla guerra, secondo i risultati di vari sondaggi “segreti” che circolano nelle alte sfere. Si ingrossano anche le fila del “partito della pace”, sostenuto dai principali uomini d’affari e dai funzionari delle amministrazioni civili.

I problemi economici inizieranno a manifestarsi in estate, nel campo dei trasporti, della medicina e dell’agricoltura, e si teme moltissimo l’embargo totale degli occidentali al gas e al petrolio russo. Il presidente e il suo entourage più stretto continuano a non credere a questa eventualità, che invece viene considerata più che possibile al di fuori del “bunker putiniano”.

Comincia così a diffondersi una lista di possibili successori di Putin, se non subito, entro uno o due anni al massimo. Si fanno i nomi del sindaco di Mosca Sergej Sobjanin, dell’ex presidente Dmitrij Medvedev e del vice presidente dell’amministrazione presidenziale, Sergej Kirienko. Quest’ultimo è stato visto sempre più spesso al fianco di Putin, che lo ha nominato supervisore del Donbass, ed è uno dei pochi con cui discute le prospettive dell’economia nazionale; Kirienko era stato primo ministro ancora sotto Eltsyn.

Il candidato più gettonato rimane comunque Nikolaj Patrušev (v. foto), 70 anni, che in questi giorni ha rilasciato un’intervista alla rivista Argumenty i Fakty, dichiarando che “la Russia nell’operazione speciale non insegue dei termini cronologici”, e se “non si sradica il nazismo al 100%, tra qualche anno rialzerà la testa”.

Patrušev ha aggiunto anche che in Russia bisogna aumentare sostanzialmente la produzione di letteratura e arte, oltre a cinema e programmi televisivi, allo scopo di “esaltare e proteggere la memoria storica del Paese, l’educazione all’orgoglio per la patria e la formazione di un senso civico maturo, che riconosca chiaramente la responsabilità per il suo sviluppo e la sua crescita in tutti i campi… solo così saremo in grado di contrastare le minacce e le sfide che ci vengono portate dall’Occidente collettivo, che cerca di influenzare le coscienze dei singoli cittadini e dell’intera società”. Parole da perfetto erede di Putin.