Il partito di Hun Sen vince ancora le elezioni municipali dopo l'azzeramento dell'opposizione
di Steve Suwannarat

In attesa dei dati ufficiali si profila un successo netto (ma non a valanga come invece propagandato) del Partito del popolo cambogiano, al potere da 37 anni. Il Candlelight Party, sorto dalle ceneri del partito di Sam Rainsy messo fuorilegge dopo l'exploit elettorale del 2017, denuncia "pressioni e intimidazioni". In calo i votanti.


Phnom Phen (AsiaNews) - Una vittoria senza ombre all’apparenza, ma anche senza un’opposizione sostanziale quella del Partito del popolo cambogiano nelle elezioni municipali che si sono tenute domenica 5 giugno in Cambogia. Se le affermazioni trionfalistiche iniziali davano il 99% al partito del premier Hun Sen, al potere da 37 anni, i primi risultati ufficiosi confermano un risultato a lui favorevole ma non con quell’ampiezza. La Commissione elettorale - sotto accusa da più parti per la gestione del voto con modalità democraticamente dubbie- ha ammesso soltanto il vantaggio del Ppc - a spoglio quasi ultimato ha diffuso dati ufficiosi secondo cui sugli 11.600 seggi nei consigli delle 1.652 comunità interessate l'80% sarebbe andato al Partito del popolo cambogiano e il 18% a Candlelight Party, la forza di opposizione.

Una situazione diversa da quella della consultazione precedente del 2017, quando il partito di Hun Sen rischiò per la prima volta di finire in minoranza arrivando alla vittoria con solo il 50,76% del voto popolare contro il 43,83% del principale partito di opposizione, quello per la Salvezza nazionale della Cambogia, dissolto per ordine della magistratura pochi mesi dopo e con il suo fondatore, Sam Rainsy, esule in Francia. Molti dei suoi ex membri e sostenitori hanno boicottato il voto di ieri.

Proprio il risultato della nuova formazione nata dall’impegno di Rainsy e dalle ceneri del Psnc, il Candlelight Party, potrebbe però indicare il livello di insoddisfazione verso la politica autoritaria di Hun Sen che ha piegato la società civile e di fatto consegnato la Cambogia alla dipendenza economica e strategica dalla Cina. Significativamente l’accesso al voto, ha interessato il 77,91% dei 9,2 milioni di elettori registrati, inferiore al 90,37% di cinque anni fa. A segnalare forse una minore “passione” politica, ma anche una diversità di interessi e preoccupazioni, di elettori per metà sotto i 40 anni che faticano a individuare una prospettiva di vita e a sostenere le attuali difficoltà economiche.

Se il risultato sembrerebbe plebiscitario per quanto riguarda i leader delle comunità, il voto popolare potrebbe comunque riservare qualche sorpresa, dato che per il quotidiano locale Khmer Times, per ora il Cpp sarebbe certo di aver conquistato solo 69 delle 105 comunità in cui è stata suddivisa la capitale Phnom Penh.

La Commissione elettorale ha parlato di “processo elettorale positivo in una situazione di calma, sicurezza, ordine, senza violenza e intimidazioni”. Ma il vice-presidente del Candlelight Party, Thach Setha, ha già annunciato l’intenzione di contestare la correttezza del voto presso la Commissione elettorale, ritenendolo contaminato da “pressioni e intimidazioni”. Anche gli osservatori Onu hanno segnalato “minacce, intimidazioni e ostruzionismo verso i candidati dell’opposizione”.