Asia, musulmani in piazza contro una funzionaria del Bjp: ha offeso Maometto

A scatenare la controversia le accuse di pedofilia di Nupur Sharma, portavoce del partito di governo indiano. In un dibattito tv ha ricordato la giovane età dell’ultima sposa del profeta, di soli 9 anni al momento delle nozze. L’ondata di collera al termine della preghiera del venerdì con manifestazioni in Pakistan, Indonesia, Bangladesh e la stessa India. 


Dhaka (AsiaNews) - I musulmani di diverse nazioni asiatiche sono scesi in piazza ieri, a conclusione della preghiera del Venerdì, promuovendo imponenti manifestazioni di protesta contro le parole ritenute offensive e blasfeme di un’alta funzionaria del partito di governo in India (Bjp) nei confronti di Maometto. Dal Bangladesh (nella foto, Dhaka) all’Indonesia, i fedeli hanno dato voce alla loro ira per frasi ritenute “incendiarie” a commento della relazione che univa il profeta dell’islam con la moglie più giovane. La controversia è divampata la scorsa settimana durante un dibattito televisivo quando Nupur Sharma, portavoce del partito del primo ministro Narendra Modi, ha insinuato che il profeta dell’islam fosse un “pedofilo” perché ha sposato - e consumato le nozze - con Aisha quando aveva solo nove anni.

Dalla trasmissione tv la protesta si allargata a 20 Paesi islamici, comprese la nazioni del Golfo, con Delhi che si è vista costretta a interpellare gli ambasciatori mentre il partito ha annunciato la sospensione della sua funzionaria, insistendo sul “rispetto” di tutte le religioni. Ciononostante, quelle di ieri sono state le più imponenti manifestazioni con almeno 100mila persone mobilitate solo in Bangladesh al termine della preghiera. 

“Siamo qui per protestare contro l’insulto rivolto al nostro profeta da un componente del governo indiano” ha affermato Amanullah Aman, un dimostrante a Dhaka. “Vogliamo - ha aggiunto - la pena di morte” per i blasfemi. Minacce anche a Modi e a tutti i nemici della fede musulmana. In Pakistan i membri del Tehreek-e-Labbaik Pakistan, un movimento estremista islamico, hanno organizzato una marcia a Lahore paralizzando il traffico. “Il profeta dell’islam - ha gridato l’insegnante Irfan Rizvi - è la nostra linea rossa. In India… come da altre parti, i difensori dell’islam non resteranno in silenzio” di fronte alle offese. Manifestazioni anche in India, dove vi sono oltre 200 milioni di fedeli musulmani, con una folla che si è radunata all’esterno della moschea di Jama Masjid, a Delhi. 

Nel Kashmir le autorità hanno interrotto la connessione internet, imposto il coprifuoco e limiti alla preghiera per scongiurare ulteriori incidenti. In una mota spontanea di protesta, molti commercianti di Srinagar hanno chiuso le attività. In Indonesia decine di dimostranti si sono radunati davanti all’ambasciata indiana a Jakarta. “Il governo indiano deve scusarsi con i musulmani e deve intraprendere azioni rigorose contro i politici che hanno fatto le osservazioni” blasfeme, ha dichiarato all’Afp il coordinatore della protesta Ali Hasan.

Il timore è che si possano verificare manifestazioni ed episodi di violenza anche brutale, come è avvenuto per l’insegnante francese Samuel Paty decapitato nell’ottobre 2020 da un rifugiato ceceno dopo aver mostrato vignette satiriche sull’islam alla classe in una lezione sulla libertà di parola. Le immagini del profeta sono severamente proibite nell'Islam.