A caccia di oppositori, i militari birmani continuano a incendiare un villaggio dopo l’altro

Ancora vittime gli abitanti di Chan-tha-ywa, nel centro del Paese. Religiose del luogo costrette a fuggire per rifugiarsi in un campo per sfollati. Civili torturati e uccisi ogni giorno dai soldati della giunta golpista. L’opposizione armata respinge la richiesta dei generali di deporre le armi.


Yangon (AsiaNews) – Arrivano testimonianze e immagini di nuove devastazioni compiute dall’esercito birmano nel villaggio di Chan-tha-ywa, nel centro del Paese. AsiaNews ha appreso da fonti locali che l’8 giugno i militari hanno dato fuoco alle abitazioni del luogo per la seconda volta. La grave situazione ha spinto alcune religiose ad abbandonare l’area per rifugiarsi in un campo per sfollati. Le forze di sicurezza della giunta golpista continuano a incendiare un caseggiato dopo l’altro: testimoni raccontano di civili torturati e uccisi ogni giorno.

Nel frattempo le Forze popolari di difesa e altri gruppi di resistenza al colpo di Stato del febbraio 2021 hanno respinto l’invito dei generali a deporre le armi e a tornare alla vita civile. L’opposizione armata ha risposto che porterà avanti la rivoluzione fino alla vittoria, riporta The Irrawaddy.

Dalla presa di potere di Min Aung Hlaing, comandante delle Forze armate, il Paese è precipitato in una sanguinosa guerra civile. Le Forze di difesa popolari sono espressione del Governo di unità nazionale (Nug), l’esecutivo parallelo formato dagli oppositori del regime militare. Per la maggior parte è composto da membri della Lega nazionale per la democrazia, il partito di Aung San Suu Kyi, leader del governo civile rovesciato dai militari.

Secondo dati del Nug, al momento sono in azione 259 Forze popolari di difesa, che schierano 80-100mila effettivi. Vi sono poi gruppi armati presenti in 250 municipalità e 400 formazioni di guerriglieri che operano a stretto contatto con il governo parallelo.