Dopo più di due anni di prigione il noto dissidente Xu Zhiyong va a processo

L’avvocato per i diritti umani è accusato di avere tentato di sovvertire il potere dello Stato. Rischia l’ergastolo, ma gli avvocati dichiareranno la sua innocenza. Contestate le modalità del suo arresto. Colpito per aver chiesto le dimissioni di Xi Jinping dopo lo scoppio della pandemia. Attivisti a lui legati si trovano nella stessa condizione.


Pechino (AsiaNews) – Sembra finalmente in arrivo il processo per il noto avvocato per i diritti umani Xu Zhiyong. Da più di due anni in prigione, l’ex docente di diritto all’università di Pechino è accusato di aver progettato una “rivoluzione colorata” per sovvertire il potere dello Stato e per il reato minore di “incitamento alla sovversione”: rischia l’ergastolo. Secondo l’autorità giudiziaria, Xu e altri attivisti si sarebbero ispirati alle rivoluzioni colorate scoppiate nei primi anni 2000 in alcune repubbliche ex-sovietiche come Ucraina, Georgia e Kirghizistan.

Come riporta il South China Morning Post, che cita amici dell’attivista e fonti legali, la Corte intermedia del popolo di Linyi (Shandong) ha informato i legali di Xu che il 17 giugno si terrà un incontro preprocessuale: l’indizio di un probabile imminente avvio del dibattimento. Lo stesso dovrebbe valere per Ding Jiaxi, collega di Xu, anch’egli in carcere e in attesa di processo con identiche incriminazioni.

Le ultime informazioni danno Xu imprigionato nel penitenziario della contea di Linshu (Shandong). Secondo quanto appreso dal Post, gli avvocati dichiareranno la sua innocenza, denunciando che l’arresto e la detenzione nei suoi confronti hanno violato le procedure legali

In fuga da tempo, dopo aver partecipato nel dicembre 2019 a un incontro con attivisti democratici a Xiamen (Fujian), la polizia ha arrestato Xu il 15 febbraio 2020 a Guangzhou (Guangdong) nel corso di un “controllo sanitario” per il Covid-19. L’accademico, fondatore del Movimento dei nuovi cittadini, è un noto critico del Partito comunista cinese. Per le sue idee a difesa della democrazia, e per aver denunciato la corruzione dei leader cinesi, l’avvocato è stato già imprigionato nel gennaio 2014, scontando una pena di quattro anni.

Ai primi di febbraio 2020, Xu aveva pubblicato sul web un articolo in cui sosteneva che Xi Jinping è stato “incapace di gestire” la crisi pandemica. La sua accusa è che la stretta del regime sulla libertà di espressione abbia contribuito alla diffusione incontrollata del coronavirus. Secondo l’attivista, il presidente cinese ha fallito anche nell’affrontare la guerra dei dazi con gli Usa e le proteste pro-democrazia a Hong Kong.

Oltre a Ding, altri attivisti legati a Xu sono al momento in carcere: Chang Weiping, Zhang Zhongshun, Dai Zhenya e Li Yingjun. Reclusa da febbraio 2021 pure Li Qiaochu, la fidanzata di Xu. Accusata di sovversione, prima del suo fermo Li aveva scritto su Twitter che Xu e Ding avevano subito abusi durante la loro detenzione.