Jakarta: cattolici e attivisti pro-vita in aiuto alle donne per prevenire l'aborto
di Mathias Hariyadi

In Indonesia l'interruzione di gravidanza è considerato reato dal codice penale. Nei giorni scorsi il Communication Forum of Life Protectors ha tenuto un seminario di due giorni per formare consulenti volontari. P. Aristanto della Commissione per la famiglia della Conferenza episcopale indonesiana: "Gesù avrebbe fatto di tutto per salvare la vita degli altri".


Jakarta (AsiaNews) - Si è tenuto nei giorni scorsi un seminario online sull’aborto organizzato dal Communication Forum of Life Protectors (Fkpk): agli incontri hanno preso parte decine di professionisti che vogliono diventare consulenti volontari per le donne intenzionate a interrompere una gravidanza.

In base al codice penale dell’Indonesia l’aborto è ancora considerato un reato grave perseguibile con l’accusa di omicidio. Tuttavia questo non impedisce pratiche abortive “clandestine”, ha spiegato Angela Abidin, medico e attivista pro-vita.

“Con i numerosi problemi e le sfide che le donne con gravidanze indesiderate devono affrontare”, ha commentato la professoressa Elisabeth Kristi Poerwandari, “la presenza di consulenti formati è estremamente necessaria”. 

"Non c'è bisogno di giudizio: la nostra presenza dovrebbe aiutare la donna a trovare la soluzione migliore e a salvare la vita del feto", ha aggiunto Theresia Indira Shanti, docente di psicologia dell'Università dell'Indonesia.

“Il workshop di due giorni è importante per formare tutti i potenziali volontari che dovranno prendersi cura delle donne che vogliono abortire”, ha commentato Felix Gunawan, responsabile dell’Fkpk.

L’organizzazione è composta da attivisti laici, per lo più cattolici, che si impegnano a salvare la vita dei bambini indesiderati. Fondato a Jakarta nel 1998, il gruppo negli anni ha intensificato il coordinamento tra 200 orfanotrofi in tutta l’Indonesia e incoraggiato suore e attivisti a ospitare madri e figli. 

Ekarini Aryasatini, ginecologa, e Theresia Indira Shanti hanno spiegato ai partecipanti i punti fondamentali per approcciarsi alle donne incinte che chiedono una consulenza o un “intervento” nei confronti di una gravidanza indesiderata. La dottoressa Shanti, per esempio, ha utilizzato un gioco di ruolo per fornire tecniche di colloquio da utilizzare con le pazienti.

Il seminario è inoltre “parte dell’impegno della Chiesa cattolica indonesiana nel cercare di imitare lo stile di vita di Gesù, che avrebbe fatto di tutto per salvare la vita degli altri”, ha commentato p. Aristanto della Commissione per la famiglia della Conferenza episcopale indonesiana. "Non solo con gli insegnamenti, ma anche con approcci fisici ed emotivi per interagire con le persone attraverso la sua sincerità di cuore", ha detto il sacerdote.