Mullah, militari e politici pakistani contro gli Ahmadi
di Qaiser Felix

In un rapporto sui soprusi subiti nel 2005, il gruppo accusa esponenti politici e religiosi di attuare una spietata discriminazione contro di loro e le altre minoranze.


Lahore (AsiaNews) - In un rapporto sulla persecuzione da loro subita nel 2005, gli Ahmadi denunciano le responsabilità di esponenti religiosi e politici e dei media.

Il rapporto riporta oltre 1379 documenti e altri scritti pubblicati dalla stampa pakistana in cui si incita all'odio contro la setta di origine islamica, considerata eretica dall'Islam sunnita. Ci sono delibere che li qualificano come assassini, accuse di cospirare contro lo Stato, richieste pressanti al governo di prendere rigidi provvedimenti contro gli Ahmadi per "ostacolare" le loro pratiche religiose. Il rapporto, con allegati ritagli degli articoli, accusa funzionari di governo di sostenere queste incitazioni all'odio. Le alte sfere - si dice - hanno proseguito la politica di persecuzione iniziata 21 anni fa dal Generale Zia ul Haq. Di fatto, appare esserci stato un tacito accordo tra "i mullah e i militari" contro gli Ahamdi.

Nel 2005 sono stati uccisi 11 Ahmadi e 60 hanno subito processi e pene per motivi religiosi. Ci sono state 16 false condanne per blasfemia; 24 per speciali leggi contro gli Ahmadi; 19 per questioni riguardanti la religione. Le autorità pubbliche e i tribunali - dice il rapporto - hanno continuato a introdurre e applicare leggi specifiche contro gli Ahmadi e le altre religioni.

Nella città di Rabwah, quartier generale degli Ahmadi, una stretta collaborazione tra mullah e ambienti politici ha generato gravi discriminazioni. Le ripetute dichiarazioni dei pubblici poteri sulla tutela dei diritti umani e delle minoranze non hanno avuto alcuna conseguenza pratica.

La Comunità Ahmadi - prosegue il rapporto - ha sostenuto il movimento per l'indipendenza del Pakistan e sono stati sempre vicini al Quaid-e-Azam [il padre del Pakistan, Ali Jinnah], perciò essa contesta l'accusa di tradire lo Stato.

Il rapporto conclude che una reale tutela dei diritti umani implica anche la difesa delle minoranze religiose. E' urgente che il governo e i media promuovano la tolleranza e l'armonia inter religiosa e che cessino le discriminazioni.