Delhi: la polizia chiede i dati di chi finanzia il giornalismo indipendente

Molti donatori sono preoccupati di diventare i prossimi obiettivi della repressione del governo dopo che Razorpay ha condiviso con le autorità investigative parte delle informazioni sui pagamenti ad AltNews, un sito di fact-checking indipendente. Uno dei co-fondatori, Muhammad Zubair, è sommerso dai casi legali, intrapresi dopo il suo arresto il mese scorso.


New Delhi (AsiaNews) - La società di pagamenti indiana Razorpay è stata accusata da parte dell’opinione pubblica di aver violato i dati sulla privacy dei propri clienti. 

In realtà, fa notare il sito Rest of world, la faccenda è un po’ più complicata. A giugno la polizia di Delhi aveva arrestato il giornalista co-fondatore del sito di fact-checking AltNews Muhammad Zubair per un tweet del 2018 che faceva riferimento ai nazionalisti indù saliti al potere nel 2014. A differenza dei maggiori media che si finanziano con la pubblicità, AltNews negli ultimi anni ha smontato diversi contenuti di propaganda del primo ministro Narendra Modi e del suo partito ultranazionalista indù, il Bharatiya Janata Party (Bjp), grazie alle donazioni dei lettori.

Ora le autorità investigative hanno, in maniera legale, ottenuto da Razorpay l’accesso ai dati di pagamento dei donatori. La polizia ha affermato di voler condurre delle indagini sulle donazioni estere, che AltNews nega di aver mai ricevuto.

Molte persone che hanno fatto donazioni ora temono di diventare i nuovi obiettivi della repressione del governo. L’organizzazione della società civile Internet Freedom Foundation, per esempio, che si affida a Razorpay, ha dichiarato che sta esplorando la possibilità di avvalersi anche di altre “piattaforme di pagamento” affinché i donatori si sentano a loro agio.

La società di pagamento ha però spiegato di non aver condiviso con le autorità tutti i dati a loro disposizione: “Solo una piccola parte dei dati del donatore è stata condivisa per assistere in un'indagine in corso. Abbiamo anche difeso il diritto di AltNews di continuare ad accettare pagamenti fino al completamento delle indagini e, una volta ottenuto il via libera, abbiamo riattivato i pagamenti in loro favore”.

Secondo l’avvocato Dharmendra Chatur, partner dello studio legale Poovayya & Co., se Razorpay non avesse rispettato l’ordine di indagine avrebbe avviato “un inutile contenzioso” perché ai sensi del codice di procedura penale indiano le autorità di polizia hanno il potere di chiedere informazioni e documenti per un reato in corso d’indagine.

Solo dopo l’arresto di Muhammed Zubair a giugno sono state intraprese ulteriori azioni legali contro il giornalista e il suo lavoro di fact-checking. Oggi in un tribunale dell’Uttar Pradesh si terrà un’udienza che potrebbe concedere la libertà provvisoria al fondatore di AltNews per un caso risalente all’anno scorso in cui Zubair aveva dichiarato falso un video sul conflitto israelo-palestinese mandato in onda sulla rete televisiva Sudarshan News. 

In un altro contenzioso, invece, la Corte suprema indiana ieri ha esteso la libertà provvisoria al giornalista, che in questo caso era stato citato in giudizio per aver segnalato i tweet di alcune personalità che diffondevano discorsi d’odio contro i musulmani.