Thailandia, il premier minaccia lo stato d'emergenza

Pronto il decreto se le manifestazioni nella capitale "diventano violente". A Bangkok centinaia di migliaia di persone continuano a protestare per chiedere le dimissioni di Thaksin Shinawatra.


Bangkok (AsiaNews/Agenzie) – Il primo ministro thailandese Thaksin Shinawatra è pronto a dichiarare lo stato d'emergenza se le proteste popolari contro di lui, in corso a Bangkok, diventeranno violente. "Sono pronto a firmare il decreto se la situazione si farà violenta" ha dichiarato oggi il premier prima di partecipare a una riunione del Gabinetto in teleconferenza dalla provincia di Ubon. Thaksin ha avvertito di avere già in mano il decreto. Tra i vari poteri, lo stato di emergenza permetterebbe alle autorità di detenere i sospetti fino a 30 giorni senza accuse, ricercare e arrestare senza mandato. Esso garantirebbe, inoltre, una larga immunità alle forze di sicurezza.

Stime non ufficiali parlano di 100 mila persone radunate da ieri sera nella capitale, nei pressi del Palazzo Reale, in un'atmosfera pacifica. I manifestanti minacciano di rimanere accampati davanti all'ufficio del premier fino a che questi non darà le dimissioni. È la quinta manifestazione di questo tipo in cinque settimane. Oltre due mila poliziotti sono dispiegati davanti al Palazzo del governo per impedire che la folla interrompa l'incontro dei ministri.  

I manifestanti appartenengono per lo più alla classe media. Agenti della sicurezza prevedono potenziali scontri per oggi in occasione di una contro-manifestazione per la quale dalla campagne stanno arrivando a Bangkok i sostenitori del premier; egli con diverse iniziative ha saputo guadagnarsi il consenso dei meno abbienti e delle masse contadine.

Da fine gennaio l'opposizione manifesta regolarmente contro il primo ministro. Thaksin Shinawatra, uomo d'affari entrato in politica, è accusato dai manifestanti di corruzione, di cattiva gestione dell'insurrezione islamica nel sud del Paese e di censura sui media. Per tentare di disinnescare la crisi, il premier, eletto nel 2001 e rieletto trionfalmente nel 2005, ha sciolto il 24 febbraio il Parlamento e indetto per il 2 aprile elezioni legislative, che l'opposizione ha deciso di boicottare.

Secondo quanto riporta oggi il quotidiano thailandese The Nation, sarebbero in corso negoziati ad alto livello per cercare di uscire dalla crisi sostituendo il premier. Tra i candidati a capo del governo: il vice primo ministro Surakiart Sathirathai.

A favore di una soluzione pacifica attraverso il dialogo sembra esortare indirettamente anche il re, Bhumibol Adulyadej. Lo scorso 12 marzo la televisione di Stato ha interrotto i programmi per trasmettere del materiale di archivio in cui il re interviene nelle violente manifestazioni del 1992 e invita i leader delle rivolte a risolvere la crisi politica tramite negoziati. L'iniziativa televisiva è stata interpretata come un messaggio al premier e ai suoi rivali per tenere colloqui risolutivi.