Seoul, il lungo sciopero dei portuali della Daewoo
di Guido Alberto Casanova

Dal 2 giugno i precari bloccano le attività nel cantiere navale di Okpo chiedendo migliori condizioni economiche. Yoon minaccia lo sgombero ma si è aperto uno spiraglio per un'intesa tra la dirigenza e i lavoratori.


Seoul (AsiaNews) - La Daewoo Shipbuilding & Marine Engineering, meglio nota come DSME, è una delle principali società di cantieristica navale della Corea del Sud. Dopo quattro anni, il settore è tornato a rioccupare il primo posto al mondo in termini di ordini di produzione. Eppure DSME è in crisi, con un rapporto tra debito e patrimonio del 547%, e i dirigenti hanno chiesto ai lavoratori di “riconoscere la situazione in cui si trova la compagnia e lavorare per il miglioramento”.

L’invito è suonato come una velata minaccia per quei 150 lavoratori precari in subappalto della DSME che dal 2 giugno sono scesi in sciopero bloccando le attività nel cantiere navale di Okpo, nel sud del Paese. Le domande dei lavoratori, che appartengono a un’organizzazione sindacale molto militante in Corea, hanno chiesto migliori condizioni di lavoro, un aumento dei salari del 30% e contratti della durata di un anno. Oltre a occupare il bacino di carenaggio, il vice capo del sindacato ha anche saldato una sorta di gabbia all’interno di una nave in costruzione, intrappolandosi al suo interno per dare alla protesta maggior drammaticità.

Negli ultimi giorni tuttavia lo sciopero, che si protrae ormai da oltre un mese e mezzo, ha iniziato a vacillare. La settimana scorsa un tribunale locale ha accolto l’istanza della DSME, intimando ai lavoratori di interrompere lo sciopero e di pagare i danni procurati alla società. A ciò si sono unite le ammonizioni del governo, che ha accusato i lavoratori di irresponsabilità: “dal 2015 il governo ha impegnato 5,2 miliardi di dollari dei contribuenti per ristrutturare la società” ha detto il ministro delle finanze. “È un’azione irresponsabile che potrebbe distruggere la fiducia nell’industria cantieristica coreana”. La DSME è controllata al 55% dalla Korea Development Bank, una importante banca di proprietà statale.

Secondo quanto da loro dichiarato, le paghe dei lavoratori sarebbero rimaste appena superiori al salario minimo a fronte di un aumento considerevole delle commissioni ottenute dalla società. Lo sciopero ha attirato la simpatia di molti sudcoreani, che hanno contribuito con dei piccoli versamenti alla causa, ma nel frattempo sono aumentati gli attriti con gli altri dipendenti del cantiere, i quali temono che l’occupazione possa avere risvolti negativi su DSME.

Il presidente Yoon Suk-yeol negli ultimi giorni è intervenuto più volte sulla questione con dichiarazioni molto categoriche. “Credo che la gente e il governo abbiano aspettato abbastanza” aveva detto martedì, lasciando intendere che la polizia sarebbe potuta intervenire per mettere a termine l’occupazione “illegale” del cantiere. Per qualche giorno è sembrato che se i lavoratori in sciopero e DSME non dovessero arrivare a un accordo, l’opzione dello sgombero forzato fosse davvero quella più probabile.

In questo contesto di tensioni e negoziati sotto pressione, lavoratori e dirigenza sono riusciti a trovare un accordo nel pomeriggio di venerdì, solo poche ore prima dell’inizio delle ferie estive. I lavoratori precari otterranno un aumento dello stipendio pari al 4,5% e assunzioni parziali per alcuni di loro, ma per ora non c’è stata ancora intesa sul ritiro dei procedimenti giudiziari iniziati dalla società contro gli scioperanti. Per i lavoratori si tratta di una vittoria solo sulla carta, visto che i danni richiesti da DSME sono talmente ingenti che molti dei lavoratori in sciopero avrebbero difficoltà a ripagarli.