Guangzhou: nuova incriminazione per il dissidente Guo Feixiong

Accusato di “incitamento alla sovversione del potere dello Stato” per aver pubblicato articoli sul web e concesso intervista a Radio Free Asia. È già da tempo in carcere per aver cercato di raggiungere la moglie malata negli Usa. Secondo la sorella è in sciopero della fame da mesi e in cattive condizioni di salute.


Pechino (AsiaNews) – La procura di Guangzhou (Guangdong) ha incriminato l’avvocato per i diritti umani Guo Feixiong per “incitamento alla sovversione del potere dello Stato”. Il dissidente è in carcere da tempo; a quanto riporta ChinaAid la notizia dell’avvio del procedimento arriva da sua sorella Yang Maoping.

L’accusa nei suoi confronti è di aver pubblicato articoli su un sito web di sua creazione (World Constitutional Democracy Forum) e aver concesso un’intervista a Radio Free Asia.

Nel gennaio 2021, la polizia aveva arrestato Guo all’aeroporto di Pudong a Shanghai mentre cercava di imbarcarsi per gli Usa. Voleva raggiungere la moglie malata di cancro: Zhang Qing è morta poi all’inizio di quest’anno, senza aver più rivisto il marito.

L’attivista (il suo vero nome è Yang Maodong) ha lottato per il rispetto dei diritti umani in Cina dalle proteste di Tiananmen del 1989, quando il regime ha massacrato migliaia di studenti che chiedevano libertà e democrazia.

Arrestato una prima volta nel 2006, Guo ha trascorso 11 anni in prigione; nel 2013 le autorità lo hanno imprigionato per aver chiesto al governo di ratificare la Convenzione internazionale sui diritti civili e politici. Nel dicembre 2015 egli ha lanciato una profezia contro il Partito comunista cinese: “Continuando a condannare i democratici e chi cerca la giustizia non farete altro che renderli più forti, accelerando la vostra caduta”.

Il dissidente era uscito dal carcere nell’agosto del 2019, sottoposto però al costante controllo della polizia; durante la  prigionia ha subito torture.

Yang ha denunciato che Guo è in sciopero della fame da mesi. Ha perso peso e viene alimentato a forza con un sondino nasale.

 

(Foto Rfa)