Varsavia si prepara alla guerra con Mosca
di Vladimir Rozanskij

I polacchi si rafforzano comprando dalla Corea del Sud armi per 14,2 miliardi di euro. Una parte potrebbe essere destinata agli ucraini. Polemiche con la Germania che non farebbe abbastanza per aiutare Kiev contro l’aggressione russa. La Polonia vuole un forte deterrente militare di fronte alle minacce del Cremlino.


Mosca (AsiaNews) – In seguito all’invasione russa dell’Ucraina, le autorità di Varsavia hanno annunciato l’intenzione di formare il più vasto esercito di tutta l’Unione europea. L’ultima novità al riguardo è la firma di un accordo per un colossale acquisto di armamenti dalla Corea del Sud, il più importante di tutta la storia recente della Polonia.

Da Seul arriveranno 980 carri armati, oltre 600 obici semoventi e 48 aerei militari da addestramento. Rimpiazzeranno gli armamenti che la Polonia ha fornito all’Ucraina e in generale rafforzeranno la potenza delle Forze armate di Varsavia. Il ministro polacco della Difesa Mariusz Blaszak ha dichiarato che il costo complessivo dell’affare ammonta a 14,2 miliardi di euro.

I primi ad arrivare dalla Corea saranno 180 carri modello K2 “Pantera nera”, il resto delle forniture sarà assemblato nelle fabbriche polacche su licenza sudcoreana. Il K2 è il modello più recente di mezzi corazzati, creato nel 2014 e fino a oggi considerato l’unico tank al mondo di quarta generazione. E anche il più caro: vale 8,3 milioni di euro l’uno. Anche le altre tecnologie sono molto recenti e di elevata efficienza, con sistemi di riconoscimento delle minacce secondo gli standard della Nato.

Dagli attuali 150 mila soldati si arriverà a organizzarne il doppio, anche fino a 400 mila. Blaszak ha spiegato che “l’esercito polacco dovrà essere talmente forte e numeroso da intimorire l’eventuale aggressore con la sua stessa esistenza; il Cremlino infatti non aggredisce i forti, ma solo quando intravede la debolezza”. Le spese militari polacche coprono già oggi il 2,4% del Pil nazionale, il prossimo anno raggiungeranno il 3%, per raggiungere il 5% nel 2024.

L’industria bellica polacca è da sola in grado di produrre molte armi pesanti, come i carri armati PT-91 Twardy, consegnati in gran numero a Kiev nell’ultimo mese (il numero esatto non viene diffuso). Il portavoce dell’Agenzia per gli armamenti del ministero della Difesa, Krzistof Platek, ha assicurato che “la carenza di mezzi corazzati per gli ucraini sarà colmata pienamente, anche fino al doppio delle forze, essendo questi mezzi assai più potenti di quelli usati finora”. Tra febbraio e giugno la Polonia aveva già fatto avere agli ucraini più di 500 carri armati.

La Polonia attende anche vere forniture dalla Germania per Kiev, ritenute finora solo simboliche, mentre “noi stiamo svuotando i nostri arsenali per aiutare l’Ucraina”. Berlino ha smentito le accuse di mancato rispetto degli accordi con Varsavia, pur riconoscendo che il meccanismo di “scambio circolare” all’interno della Nato funziona in modo insoddisfacente; “non possiamo consegnare tutti i carri armati in una notte”, ha detto la ministra tedesca degli Esteri Annalena Baerbock.

Il giornalista Sergej Peles di Bielsat, canale TV polacco in lingua bielorussa, conferma che “l’accordo con i coreani è il più grosso di tutta la storia recente, dopo la caduta del regime comunista, e stupisce sia stato fatto con Seoul e non con Washington o Berlino, come avveniva in passato”. Parte delle armi coreane potrebbe essere trasferita a sua volta in Ucraina, con accordi ovviamente segreti, come è successo con i lanciarazzi multipli M142 Himars, ottenuti a suo tempo dagli Stati Uniti: sono oltre 500 pezzi, divenuti di fondamentale efficacia nella controffensiva ucraina contro gli occupanti russi.

Una delle migliori qualità dell’industria bellica coreana, spiega Peles, è la capacità di produrre molto in fretta, e i 980 carri armati saranno pronti a breve. La Polonia è una grande avversaria storica della Russia. Nella sua campagna russa, Napoleone aveva impiegato 800mila soldati, di cui quasi la metà erano polacchi. Oggi Varsavia si propone come leader militare dell’Europa, in un futuro in cui la guerra sembra essere un elemento non più evitabile e mai più trascurato.