Pechino prolunga le manovre militari. Taiwanesi: no rischio invasione

Proseguono le operazioni della Cina attorno a Taiwan in risposta alla visita di Nancy Pelosi. In quattro giorni 110 velivoli, 41 navi cinesi hanno operato vicino all’isola. Pechino ha sparato 11 missili balistici. Taipei reagisce con esercitazioni d’artiglieria. La popolazione taiwanese si aspettava una mossa forte dai cinesi.


Taipei (AsiaNews) – Le Forze armate cinesi proseguono oggi con nuove manovre militari vicino a Taiwan. Il 4 agosto Pechino aveva lanciato quattro giorni di esercitazioni in sei aree predefinite attorno all’isola, una risposta alla visita nella capitale taiwanese della speaker della Camera Usa dei rappresentanti, Nancy Pelosi.

Le autorità cinesi non hanno specificato durata e localizzazione delle nuove operazioni. Il governo taiwanese ha allentato però le restrizioni dei giorni scorsi al traffico aereo e marittimo nei pressi delle zone indicate da Pechino per le proprie manovre.

Secondo dati del ministero taiwanese della Difesa, in quattro giorni 110 aerei da guerra cinesi hanno volato nella zona aerea difensiva di Taipei e oltre la linea mediana dello Stretto di Taiwan, che divide informalmente il braccio di mare tra le due parti. Pechino ha inviato oltre tale linea anche 41 unità navali, e ha sparato nelle aree designate 11 missili balistici.

Il governo taiwanese ha voluto precisare che i velivoli e le imbarcazioni cinesi non hanno mai violato lo spazio aereo e le acque territoriali del Paese. Con le loro manovre i cinesi hanno di fatto chiuso lo Stretto per giorni, oltre ad aver simulato un blocco militare dell’isola. Secondo Taipei, Pechino ha testato anche le proprie abilità in uno scenario d’invasione. Taiwan ha reagito annunciando tre giorni di esercitazioni d’artiglieria a partire da domani.

Nel frattempo la situazione sull’isola rimane in larga parte calma. Come dice ad AsiaNews Marc Cheng, direttore esecutivo dello EU Centre a Taipei, la popolazione si aspettava una forte risposta della Cina comunista alla visita di Pelosi: “Naturalmente, la gente raffronta i fatti di questi giorni con la crisi del 1995-1996 e potrebbe concludere di trovarsi di fronte a un quadro più impegnativo”. Cheng spiega però che lo stato d’animo sull’isola dipenderà dalla durata e dalla portata delle esercitazioni di Pechino. Per il momento, aggiunge l’accademico, “i taiwanesi hanno ancora fiducia che nessuno trarrà beneficio da ulteriori operazioni militari”.

Fausto Chou, giornalista e caporedattore di Eat News, la pensa allo stesso modo. A suo dire l’isola è sicura; egli fa notare che le ambasciate e gli uffici stranieri di rappresentanza non hanno rilasciato alcun “avvertimento speciale” per una eventuale evacuazione dei loro cittadini, segno che “le probabilità di invasione da parte cinese sono minime”.