Hefei: costruttori chiedono alle autorità di reprimere le proteste dei clienti

In molti casi gli acquirenti di case non vogliono pagare i mutui per i progetti abitativi incompiuti. Il settore immobiliare cinese è in crisi da tempo. Il regime teme rivolte sociali. I governi locali sono intervenuti con misure di stimolo per le compravendite di abitazioni.


Pechino (AsiaNews) – Un gruppo di costruttori di Hefei, provincia dell’Anhui, ha chiesto alle autorità locali di reprimere le proteste “malevoli” degli acquirenti di case: in molto casi i clienti non vogliono pagare i mutui per i progetti abitativi incompiuti. Lo ha rivelato la Reuters, secondo cui la richiesta scritta risale al 2 agosto.

Secondo l'attuale normativa cinese sul settore immobiliare, quando i costruttori indebitati non sono in grado di terminare i progetti, gli acquirenti di case sono ancora obbligati a pagare il mutuo.

Le vendite di case nel Paese sono in crisi da tempo, con diversi gruppi andati in bancarotta dopo che il governo ha ridotto gli incentivi a investire nel settore.

La Banca mondiale ha calcolato che nel 2021 gli investimenti immobiliari in Cina hanno coperto il 13% del Pil. Se si considera l’indotto, la percentuale raggiunge il 30%. Le famiglie cinesi di solito concentrano tutti gli sforzi sull’acquisto della casa. Un'indagine della Banca centrale cinese mostra che il 70% dei loro beni è costituito da immobili, mentre il mutuo è la componente principale dei loro debiti.

Il timore della leadership è che le proteste legate alle proprietà immobiliari possano provocare rivolte sociali alla vigilia del 20° Congresso del Partito comunista cinese. Nel tentativo di stabilizzare il crollo delle vendite di case, i governi locali hanno adottato misure di stimolo come l’allentamento delle regole sulle caparre e l’abbassamento dei tassi sui mutui.