Mosca, le accuse 'a catena' contro i nuovi dissidenti
di Vladimir Rozanskij

All'oppositore Vladimir Kara-Murza contestata in carcere una tavola rotonda sulla sorte dei prigionieri politici organizzata a dicembre presso il Centro Sakharov. Arrestati con pretesti, come accaduto per Naval'nyj si cercano sempre nuovi agganci per seppellire gli avversari politici dietro le sbarre.


Mosca (AsiaNews) - Il politico e giornalista di opposizione Vladimir Kara-Murza, arrestato settimane fa sotto casa a Mosca per “comportamento sospetto”, ha ricevuto in carcere una nuova accusa secondo l’art. 284.1 del Codice penale russo, per “attività di organizzazione indesiderata”. Gli è stata contestata l’iniziativa di una tavola rotonda presso il Centro Sakharov a Mosca, lo scorso 27 dicembre 2021, in occasione della Giornata della memoria per le repressioni politiche nell’Urss, e dedicata al sostegno ai prigionieri politici nella Russia di oggi.

Kara-Murza avrebbe organizzato l’incontro grazie al finanziamento di Free Russia Foundation, associazione definita appunto “indesiderata”. In effetti sono anni che questo tipo di incontri si svolgono grazie a Kara-Murza, insieme a Sergej Davidis e altri, con la partecipazione di attivisti, avvocati, giornalisti, parenti dei prigionieri politici e tantissimi altri interessati a questo tema. Al Centro Sakharov, ormai chiuso dalle autorità, “si sono sempre radunati i più sensibili rappresentanti della società russa, non certo estranei desiderati o non desiderati”, come ricorda Vera Vasilieva, una attivista che ha collaborato negli anni con Kara-Murza.

Il politico ricorda dalla prigione l’importanza di mantenere alta l’attenzione sulla condizione dei prigionieri politici in Russia, come ha scritto in una lettera di pochi giorni fa, sottolineando che “la miglior difesa è l’informazione diffusa a livello internazionale”. Egli si era rallegrato quando lo scorso 21 giugno l’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa aveva approvato una risoluzione con una chiara formulazione del problema, a cui egli stesso aveva lavorato negli anni precedenti.

Dopo l’arresto era stata già aggiunta a Kara-Murza l’accusa di fejk, la diffusione di false notizie sull’operazione militare speciale in Ucraina, per le valutazioni critiche da lui espresse durante un collegamento con un’assemblea nello stato americano dell’Arizona. Come già visto nel destino di Naval'nyj e molti altri, è evidente che le accuse iniziali con cui i dissidenti vengono arrestati sono per lo più pretesti, a cui aggiungerne di più gravi, “sulle corna” si diceva ai tempi di Stalin, e allungare all’infinito la detenzione.

Le statistiche ufficiali confermano che le sentenze di assoluzione presso i tribunali russi in assoluto sono inferiori allo 0,1%, un record negativo a livello internazionale. “Non conta molto il motivo per cui si finisce sul banco degli imputati - commenta amaramente Vasilieva - si trova sempre l’aggancio per seppellirti nel lager”. Lo stesso Kara-Murza cerca però di infondere speranza da dietro le sbarre, affermando che “il mio scopo è far sì che la mia opera in favore dei prigionieri politici diventi del tutto inutile, quando in Russia non ce ne sarà più neanche uno, e sono convinto che quel giorno non è tanto lontano: la notte diventa più buia subito prima dell’alba”.