I giudici esamineranno la petizione dell'opposizione che chiede la decadenza, essendo trascorsi 8 anni dall'insediamento dopo il golpe. I sostenitori premono per far slittare l'inizio del conteggio all'approvazione dell'ultima costituzione, spostando così il termine al 2025. Trasferiti provvisoriamente i poteri al vice-primo ministro Prawit Wongsuwan, un altro ex militare. Opinione pubblica divisa tra la volontà di voltare pagina e il timore di una nuova stagione di instabilità.
Bangkok (AsiaNews) - La Corte costituzionale thailandese, con cinque voti a favore e quattro contrari, ha deciso la sospensione dalla carica del primo ministro dell’ex generale Prayut Chan-ocha. Con questo provvedimento i giudici hanno espresso l'intenzione di esaminare la petizione che ne chiede la fine del mandato per scadenza dei termini. Si tratta di una decisione importante sia per la sua valenza democratica, sia perché allenta la tensione che era pronta a ripresentarsi oggi nelle strade attorno al Palazzo del governo, a Bangkok, bloccate nella notte con container.
Prayut, a capo della giunta che prese il potere il 22 maggio 2014 e poi capo del governo (civile ma indirizzato dalle forze armate) insediatosi il 24 agosto dello stesso anno, è il premier più longevo della storia thailandese. Tuttavia la Costituzione, inclusa quella approvata dopo il golpe, proibisce che l’incarico superi la durata di otto anni.
Di conseguenza, il premier sarebbe destituito della carica e dai suoi poteri dal 23 agosto. I suoi sostenitori, però, intendono portare avanti la tesi che la durata del suo premierato dovrebbe essere calcolata dall’entrata in vigore dalla Costituzione vigente, il 6 aprile 2017, garantendogli così un potere quasi assoluto fino al 2025.
I parlamentari dell’opposizione nei giorni scorsi hanno indirizzato al presidente della Camera bassa, l’ex premier Chuan Leekpai, una petizione destinata alla Coste costituzionale chiedendo un giudizio in merito. La Corte ha oggi accolto questa petizione, sospendendo così immediatamente Prayut e avviando un confronto interno che potrebbe durare anche un mese prima di arrivare a un giudizio.
A guidare il governo per gli affari correnti sarà il vice-primo ministro Prawit Wongsuwan, un altro ex generale fedelissimo di Prayut, bersaglio dell’opposizione per la sua rigidità oltre che per uno stile di vita sopra sicuramente non improntato alla moderazione.
Tra le incognite della nuova situazione creatasi con la decisione odierna dei giudici, la reazione delle forze armate a questa nuova sfida alla loro presa sulla nazione. L’opinione pubblica, d’altra parte, resta divisa tra la volontà di chiudere definitivamente la partita del controllo dei militari - che dura praticamente ininterrotto da novant’anni - e il desiderio di evitare attriti che potrebbero condurre a una nuova stagione di instabilità e violenza.