Milioni di cinesi di nuovo in lockdown per il Covid-19
di John Ai

La megalopoli di Chengdu ha annunciato la chiusura dopo un'ondata di caldo torrido e ripetute interruzioni delle forniture elettriche. Anche a Chongqing e Shenzhen tamponi di massa. Utente web che aveva previsto le restrizioni a inizio settimana è stato arrestato per "aver creato disordini".


Roma (AsiaNews) – Milioni di cinesi sono di nuovo in lockdown per il Covid-19. Le autorità di Chengdu hanno ordinato ai residenti di rimanere in quarantena a casa dal primo settembre: fino al quattro settembre nella capitale del Sichuan saranno effettuati tamponi di massa. Una persona per famiglia può acquistare cibo e beni di prima necessità ogni giorno con un test negativo nelle 24 ore precedenti.

Le misure sanitarie comportano la chiusura della città, che conta oltre 20 milioni di abitanti. Si tratta del più grande lockdown da quello di Shanghai in aprile, quando la megalopoli era stata messa in quarantena integrale per due mesi.

Non è ancora chiaro però se le autorità locali rimuoveranno le restrizioni dopo il quattro settembre. Shanghai aveva prolungato il lockdown più volte perché le autorità non riuscivano a controllare la diffusione del virus. Di fronte alle critiche, i governanti cinesi evitano di parlare di "blocco" negli annunci ufficiali, suggerendo invece alla gente di "rimanere a casa".

Più del 70% dei voli negli aeroporti di Chengdu sono stati cancellati dopo l'annuncio del lockdown. Ieri in Cina si sono avute più di 2mila nuove infezioni: 137 sono a Chengdu.

Negli ultimi giorni l'aumento dei contagi ha fatto preoccupare la popolazione locale. Il 29 agosto un utente web, "Tropical Rainforest", aveva avvertito della possibilità di un blocco; la blogosfera cinese ha condiviso poi il messaggio provocando un ampio afflusso di persone ai supermercati per fare la spesa. La polizia di Chengdu ha messo in stato di fermo il netizen per 15 giorni; l’accusa nei suoi confronti è di aver “causato panico tra i residenti" con il suo post e aver “creato problemi al controllo e alla prevenzione delle epidemie". Secondo il governo locale, non era necessario fare scorte di cibo e beni di prima necessità.

A Chongqing, un'altra megalopoli della Cina sud-occidentale, oltre 10 milioni di persone sono state costrette a sottoporsi a test con tampone durante la torrida ondata di caldo di fine agosto. Molti residenti si sono messi in fila per i test a mezzanotte per evitare il caldo. La temperatura nel sud-ovest della Cina ha toccato livelli record quest'estate e Chongqing ha registrato per la prima volta una massima di 45 gradi centigradi.

La lunga ondata di caldo e la siccità che hanno colpito la Cina sudoccidentale hanno causato gravi carenze di energia a causa dei bassi livelli di acqua nelle dighe idroelettriche e dell'uso di condizionatori d'aria. Le autorità hanno imposto dei limiti all’uso dell’elettricità nelle fabbriche per garantire forniture alle famiglie. Le limitazioni hanno costretto molti stabilimenti a sospendere l'attività nella regione.

A Shenzhen, il polo economico della Cina meridionale, il governo ha intensificato le misure sanitarie a causa del crescente numero di infezioni. Le autorità cittadine hanno chiuso i padiglioni espositivi e cancellato o rinviato diverse mostre e fiere commerciali. Le aziende si sono lamentate di essere state avvisate solo poche ore prima dell'apertura delle fiere, con enormi perdite.

Malgrado il duro impatto sull'economia, il governo cinese non rinuncia alla politica “zero-Covid” voluta da Xi Jinping. Il Politburo, l'organo decisionale supremo del Partito comunista cinese, ha lasciato intendere che l'obiettivo di crescita annuale del 5,5% non potrà essere raggiunto. La leadership continua però a censurare i discorsi che criticano la linea sanitaria del regime prima del 20° Congresso del Partito.