Hanoi è il nuovo ‘motore’ della crescita in Asia: scalzata Pechino

Secondo la Banca mondiale, quest’anno il Pil vietnamita arriverà a +7,2%. I cinesi si fermerà a un aumento del 2,8%, il più basso dal 1990. Fanno meglio di Pechino anche la maggior parte dei Paesi Asean. Solo il Vietnam ha però il potenziale per sostituire la Cina come “fabbrica del mondo”.


Pechino (AsiaNews) – Con un prodotto interno lordo dato a fine anno in aumento al 7,2%, il Vietnam diventa il nuovo “motore” della crescita nell’Asia-Pacifico, scalzando la Cina. È quanto emerge dalle previsioni della Banca mondiale pubblicate ieri.

Il successo vietnamita è dovuto in larga parte alla sua efficace politica di contenimento del Covid-19 e alla stabile crescita demografica. Di grande rilevanza è poi il suo crescente ruolo nella catena globale di approvvigionamento, grazie soprattutto a un mercato del lavoro ancora molto concorrenziale.

I ripetuti lockdown in linea con la politica di azzeramento del Covid voluta da Xi Jinping, insieme alla crisi immobiliare e al giro di vite nei confronti dei giganti hi-tech, hanno favorito il rallentamento dell’economia cinese. La Banca mondiale prevede per il 2022 una crescita del 2,8% in Cina (4,5% il prossimo anno), il dato più basso dal 1990, quando si è attestata al 3,9%.

Per la prima volta in 32 anni, il Pil cinese vedrà un in incremento inferiore alla media di quello dei Paesi in via di sviluppo dell’Asia orientale e del sud-est asiatico. Oltre al Vietnam, anche Filippine (6,5%), Malaysia (6,4%), Indonesia (5,1%), Cambogia (4,8%) e Thailandia (3,1%) faranno meglio della Cina.

Una analisi di fDi Markets mostra anche Pechino perde terreno quanto a investimenti esteri diretti, passando da una quota del 49,1% nel 2003 a meno del 10% tra gennaio e luglio 2022, con un netto sorpasso dell’Asean (Associazione dei Paesi del sud-est asiatico).

Hanoi aspira a sostituire Pechino come nuova “fabbrica del mondo”, posizione che i cinesi detengono da 30 anni. Molte imprese straniere presenti in Cina sono impegnate a spostare parte delle attività e della produzione in territorio vietnamita, dove trovano costi inferiori e meno restrizioni normative. Secondo media cinesi, Apple è in trattativa per produrre per la prima volta in Vietnam l’Apple Watch e il MacBook; Samsung è pronta a produrre invece componenti per microchip, mentre il designer Usa di semiconduttori Synopsys è impegnato ad allargare le proprie operazioni.