Pubblico Paesi Nato: si diplomazia e sanzioni, no armi e truppe in caso attacco cinese a Taipei

Lo rivela il Transatlantic Trends 2022. Sondaggio condotto in 14 Stati membri dell’Alleanza atlantica. Negli Usa si chiede un approccio più duro verso Pechino; più dialoganti i turchi. L’inchiesta è stata effettuata però prima della visita di Nancy Pelosi a Taiwan in agosto.


Taipei (AsiaNews) – In caso di invasione cinese di Taiwan, l’opinione pubblica di 14 Paesi Nato preferisce un intervento dell’Alleanza atlantica con strumenti diplomatici e sanzioni contro la Cina, invece di inviare armi ai taiwanesi o truppe nel teatro di guerra. Lo rivela il Transatlantic Trends 2022 pubblicato nei giorni scorsi dal German Marshall Fund degli Stati Uniti e dalla tedesca Bertelsmann Foundation.

Il sondaggio è stato condotto in Canada, Francia, Germania, Italia, Lituania, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Romania, Spagna, Svezia, Turchia, Regno Unito e Usa. Il 35% degli intervistati è a favore di una azione diplomatica in caso di crisi; il 32% è per sanzioni economiche e finanziarie. Solo il 4% invierebbe armi a Taipei, mentre ancora meno (2%) sarebbe pronto a schierare truppe Nato nel conflitto.

Il pubblico Usa è quello più orientato a inviare armi e soldati, con i turchi più aperti  al dialogo con i cinesi. In generale la maggioranza dei rispondenti nei diversi Stati coinvolti nell’inchiesta chiede una politica più dura verso Pechino.

I risultati dello studio, effettuato tra giugno e luglio, non tengono però conto degli effetti della visita a Taipei in agosto di Nancy Pelosi, speaker della Camera Usa dei rappresentanti, a cui i cinesi hanno risposto con una prolungata serie di esercitazioni militari. L’isola è considerata da Pechino una provincia “ribelle” da riconquistare anche con il ricorso alla forza.