All’Angelus l’appello del papa a Putin e Zelensky per la fine della ‘terribile’ guerra ucraina

Il pontefice ha dedicato la riflessione che precede la preghiera mariana alla deriva del conflitto e i timori dell’escalation nucleare. Mosca deve fermare la guerra e Kiev aprirsi a “serie proposte di pace”. Il ricordo delle migliaia di vittime, anche bambini. Soluzioni “concordate, giuste e stabili”. La preghiera per le vittime del tifone a Cuba e Florida e quelle allo stadio in Indonesia. 


Città del Vaticano (AsiaNews) - L’andamento della guerra in Ucraina è “talmente grave e devastante” da suscitare una “grande preoccupazione” per una possibile deriva nucleare - e globale - del conflitto. Papa Francesco ha lanciato un appello, mai così accorato e profondo, per la fine del conflitto lanciato dalla Russia in Ucraina. Il pontefice si rivolge, pur senza nominarli direttamente, al presidente russo Vladimir Putin e all’omologo ucraino Volodymyr Zelensky perché sia rimarginata una “terribile e inconcepibile” ferita all’umanità, che “sanguina sempre più” e che rischia di “allargarsi”. 

È un Angelus atipico quello di oggi, a testimonianza di una reale escalation alle porte dell’Europa e che rischia di trascinare tutto il mondo in un conflitto atomico dalle conseguenze devastanti. Una riflessione, quella che ha preceduto la preghiera mariana, che non si è incentrata sulle letture come da consuetudine, ma ha analizzato nel profondo le terribile conseguenze della guerra di Mosca a Kiev. Una scelta che ha pochissimi precedenti, come avvenuto nel settembre 2013 durante le prime fasi della guerra in Siria.  Da qui la scelta di rivolgere parole dirette e forti ai  due leader e alla comunità internazionale, per un mondo mai come ora, nemmeno ai tempi della crisi missilistica di Cuba, sull’orlo di un conflitto nucleare. Al tempo stesso, egli stigmatizza le annessioni che rischiano di stravolgere la cartina e la geografia del Paese e dei diritti delle minoranze, oltre al dolore delle migliaia di vittime, in particolare fra i bambini”. 

“Mi affliggono i fiumi di sangue e di lacrime versati in questi mesi. Mi addolorano - afferma il papa - le migliaia di vittime, in particolare tra i bambini, e le tante distruzioni, che hanno lasciato senza casa molte persone e famiglie e minacciano con il freddo e la fame vasti territori. Certe azioni non possono mai essere giustificate, mai! È angosciante che il mondo stia imparando la geografia dell’Ucraina attraverso nomi come Bucha, Irpin, Mariupol, Izium, Zaporizhzhia e altre località, che sono diventate luoghi di sofferenze e paure indescrivibili. E che dire del fatto che l’umanità si trova nuovamente davanti alla minaccia atomica? È assurdo”. 

Proseguendo nella sua riflessione, il pontefice si chiede quanto sangue debba ancora scorrere “perché capiamo che la guerra non è mai una soluzione, ma solo distruzione? In nome di Dio e in nome del senso di umanità che alberga in ogni cuore, rinnovo il mio appello - prosegue - affinché si giunga subito al cessate-il-fuoco. Tacciano le armi e si cerchino le condizioni per avviare negoziati capaci di condurre a soluzioni non imposte con la forza, ma concordate, giuste e stabili. E tali saranno se fondate sul rispetto del sacrosanto valore della vita umana, nonché della sovranità e dell’integrità territoriale di ogni Paese, come pure dei diritti delle minoranze e delle legittime preoccupazioni”.

Francesco richiama poi il timore di una “escalation nucleare” che potrebbe avere “conseguenze incontrollabili e catastrofiche a livello mondiale”. Al presidente della Federazione russa la “supplica” per fermare “anche per amore del suo popolo, questa spirale di violenza e morte”. Al leader di un “popolo sofferente” come quello ucraino che è vittima di una “aggressione” rivolge “un altrettanto fiducioso appello” perché sia “aperto a serie proposte di pace”. “A tutti i protagonisti della vita internazionale e ai responsabili politici delle Nazioni - afferma il papa allargando l’orizzonte del suo appello - chiedo con insistenza di fare tutto quello che è nelle loro possibilità per porre fine alla guerra in corso, senza lasciarsi coinvolgere in pericolose escalation, e per promuovere e sostenere iniziative di dialogo. Per favore, facciamo respirare alle giovani generazioni l’aria sana della pace, non quella inquinata della guerra, che è una pazzia!”. In conclusione, il pontefice sottolinea che “dopo sette mesi di ostilità, si faccia ricorso a tutti gli strumenti diplomatici, anche quelli finora eventualmente non utilizzati, per far finire questa immane tragedia. La guerra in sé stessa è un errore e un orrore!”. 

Terminata la lunga riflessione sulla guerra in Ucraina e recitata la preghiera mariana, il papa ha poi rivolto la propria vicinanza alle popolazioni di Cuba e Florida per il violento uragano Ian che le ha colpite. E ha detto di pregare per quanti hanno perso la vita negli scontri a conclusione di una partita di calcio in Indonesia. Il riferimento è alle violenze allo stadio Kanjuruhan, a Malang (East Java), in cui sono morte oltre 180 persone, quasi 200 i feriti.