Legge del ritorno, Israele valuta estensione a quarta generazione di ebrei russi

Un provvedimento per scongiurare la chiamata alle armi di Putin nella guerra all’Ucraina. La proposta formulata da Avigodor Lieberman, come “misura temporanea” e al vaglio del governo. Ma fra i parlamentari vi è chi si oppone e accusa il ministro delle Finanze di “distruggere” l’identità ebraica.


Gerusalemme (AsiaNews) - Il governo israeliano sta valutando l’estensione della Legge del ritorno, che andrebbe allargata fino a comprendere i discendenti di quarta generazione degli ebrei russi che cercano di fuggire in massa dalla chiamata alle armi di Vladimir Putin nella guerra all’Ucraina. Il ministro delle Finanze Avigdor Lieberman ha confermato che la proposta è al vaglio della compagine di governo, che potrebbe adottarla come “misura temporanea”.

Secondo quanto riferisce il Times of Israel, Lieberman ha sollevato la questione in un primo momento durante la riunione settimanale dell’esecutivo il 2 ottobre scorso sostenendo che questa “quarta generazione” possa avere in qualche modo diritto alla cittadinanza. Il primo ministro Yair Lapid ha preso tempo rispondendo che la questione andrà approfondita all’interno di un confronto serrato fra ministeri sulla sua opportunità. 

L’obiettivo, spiega lo stesso Lieberman in un messaggio sui social, non è quello della “estensione automatica” della cittadinanza, quanto piuttosto di trattare [gli ebrei russi] secondo “il nostro obbligo storico” verso i “valori umanitari ed ebraici”. “Al popolo ebraico - aggiunge - non sono mancate tragedie e miseria nella Seconda guerra mondiale, un momento storico in cui nessun Paese accoglieva rifugiati ebrei. Questa è la quarta generazione, la progenie degli ebrei che hanno un chiaro legame con l’ebraismo e una parentela diretta con le loro famiglie che vivono in Israele”.

La legge del ritorno è una norma promulgata dalla Knesset (il Parlamento israeliano) il 5 luglio 1950, assieme alla legge sulla cittadinanza. Essa ha abrogato le norme fissate dal cosiddetto “Libro Bianco” e garantisce la cittadinanza a quanti, di discendenza ebraica nel mondo, intendano trasferirsi in Israele con il proposito di viverci. La permanenza è anche legata, se in età, al compimento del servizio militare della durata di tre anni per i maschi e due per le femmine.

La proposta del ministro delle Finanze trova però l’opposizione di una parte della Knesset. Fra questi il parlamentare di ispirazione sionista Simcha Rothman, secondo cui “la Legge del ritorno è stata emanata affinché Israele fosse uno Stato ebraico”, mentre Lieberman “sta lavorando per distruggere questa identità ebraica”.

Per beneficiare della norma bisogna avere almeno un nonno ebreo. Secondo una fonte israeliana interpellata dal Jerusalem Post vi sarebbero almeno 55mila ebrei russi coi requisiti per immigrare in Israele e in attesa del via libera per lasciare la Russia. Di questi circa 40mila di questi hanno ricevuto il visto per immigrare, altri 15mila hanno avviato il processo. Poi se ne devono aggiungere altri 70mila di ebrei russi che hanno i requisiti per immigrare secondo la Legge del ritorno e vivono attualmente in condizioni di estrema difficoltà negli Stati che “circondano la Russia” ma che al momento “non sono in contatto con le autorità israeliane”. Nei mesi scorsi la questione si era presentata anche per i profughi ucraini e le possibili ripercussioni sulla “identità ebraica” dello Stato di Israele.