Debiti Paesi in via di sviluppo: G7 attacca Pechino

I cinesi non partecipano ai dialoghi multilaterali sulla riduzione del debito delle nazioni più povere. La Cina vuole che anche Banca mondiale e Fondo monetario internazionale accettino un taglio. Quest’anno gli Stati in via di sviluppo devono restituire debiti esteri per 35 miliardi di dollari: il 40% è dovuto a Pechino.


Pechino (AsiaNews) – Secondo le economie avanziate del G7, la Cina è il principale ostacolo negli sforzi multilaterali per ristrutturare il debito estero dei Paesi in via di sviluppo, appesantito dagli effetti della pandemia da Covid-19, dell’invasione russa dell’Ucraina e della relativa crisi energetica.

Lo ha detto ieri la segretaria Usa al Tesoro Janet Yellen durante un incontro con alcuni suoi omologhi africani. Yellen ha spiegato di aver discusso la necessità di portare Pechino al tavole delle trattative. Il ministro tedesco delle Finanze e il suo collega spagnolo hanno espresso lo stesso disappunto.

I cinesi ribattono che non parteciperanno a schemi di riduzione del debito se Banca mondiale e Fondo monetario internazionale (Fmi) non accetteranno tagli a quanto loro dovuto.

Nel 2020 il G20 ha lanciato un meccanismo per coinvolgere Cina e India nella ristrutturazione dei debiti delle nazioni più povere, al quale hanno aderito subito il Club di Parigi, che riunisce le economie occidentali, l’Fmi e diversi creditori privati.

Solo quest’anno, i Paesi in via di sviluppo devono restituire debiti esteri per 35 miliardi di dollari: il 40% è dovuto alla Cina, riporta la Banca mondiale. Pechino è il primo prestatore mondiale per gli Stati a basso reddito, soprattutto in Africa, Asia centrale, sud-est asiatico e Pacifico. Nella maggior parte sono nazioni che hanno ricevuto fondi sotto la bandiera della Belt and Road Initiative, il megaprogetto di Xi Jinping per accrescere il peso geopolitico della Cina con investimenti infrastrutturali in tutto il mondo.

In termini assoluti, alla fine del 2020 i Paesi più indebitati con Pechino sono Pakistan (77,3 miliardi di dollari), Angola (36,3 miliardi), Etiopia (7,9 miliardi), Kenya (7,4 miliardi) e Sri Lanka (6,8 miliardi). In valori percentuali rispetto al Pil sono Gibuti (43%), Angola (41%), Maldive (38%), Laos (30%) e Repubblica democratica del Congo (29%).