Bayramali: 'lotta alla corruzione', chiuso il mercato centrale
di Vladimir Rozanskij

Drastica misura della polizia che ha lasciato i cittadini senza la possibilità di rifornirsi di alimenti freschi. Il self-service di Stato avrebbero lamentato la vendita di prodotti avariati, ma ci sono forti dubbi anche sulle modalità delle verifiche. Nella graduatoria di Transparency International il Turkmenistan è uno dei Paesi più corrotti al mondo.


Ašgabat (AsiaNews) - Nella città turkmena di Bayramali, nel velayat (regione) di Mari, è stato chiuso completamente il grande mercato centrale, messo sotto la sorveglianza della polizia. Le ragioni della chiusura non sono state spiegate ufficialmente, ma si pensa che si tratti di una radicale azione anti-corruzione, e già da alcuni giorni i cittadini locali non sanno dove andare a comprare prodotti freschi, vista la generale carenza dell’offerta nei negozi e nelle altre rivendite occasionali di strada, in una situazione di crisi economica sempre più grave di tutto il Turkmenistan.

I venditori del mercato spiegano che “sono arrivati gli ispettori da Ašgabat”, che avrebbero chiuso diversi altri locali commerciali nella regione, e non permettono a nessuno di loro di avvicinarsi alla propria merce. È stato annunciato semplicemente che “questa settimana il mercato non lavora”, e non si permette a nessuno neanche di vendere sottobanco in altre forme. Secondo alcuni commercianti, contattati da Radio Azattyk, non c’era stata nessuna avvisaglia dell’operazione di polizia, e non si sa quando si potranno riprendere le attività.

Secondo le voci anonime raccolte dai corrispondenti, le cause dell’ispezione potrebbero essere varie, tra cui diverse lamentele provenienti dai locali di ristorazione più popolari, i self-service di Stato dove sarebbe usato sempre più spesso del cibo avariato. Un altro motivo di scontento diffuso sarebbe l’arbitrio della polizia locale, che pretende tangenti e favori in modalità sempre più esplicite e sfacciate, fino a provocare la verifica degli organi centrali.

Secondo un imprenditore locale, “in diversi bar e mercati sono stati serviti ai clienti dei cibi vecchi riscaldati, e diverse persone sono state ricoverate in ospedale per disturbi vari, alcuni di loro hanno firmato delle denunce”. Ai commercianti e acquirenti che al mercato si rifiutano di pagare le mazzette per pretese di ogni genere, i poliziotti locali affibbiano multe o procedono con arresti e detenzioni immotivate, anche solo per aver fumato sigarette o narghilè vicino ai prodotti in vendita, o per aver lasciato della spazzatura per terra.

Il commissariato di Bayramali, e anche l’amministrazione comunale, si rifiutano di rilasciare dichiarazioni sull’accaduto. In realtà, verifiche e inchieste di questo genere sono abbastanza frequenti in tutte le regioni del Turkmenistan, sempre allo scopo formale di “garantire il rispetto della legge” e la “prevenzione delle violazioni del diritto”, senza che tali azioni producano risultati concreti e duraturi. Spesso anche gli inquirenti “anti-corruzione” finiscono per chiudere un occhio, dietro adeguato compenso.

Da altre zone del velayat di Mari si racconta di ulteriori verifiche da parte del Dipartimento per la sicurezza antincendio, per controllare tutti gli strumenti e i locali a rischio nelle strutture sociali e amministrative, compresi i negozi privati. Si dice che ai funzionari si debbano dare almeno 400-500 manat (100-150 euro) per ottenere permessi e verbali positivi.

Secondo l’organizzazione Transparency International, il Turkmenistan è uno dei Paesi più corrotti al mondo, occupando in questa speciale classifica negativa il 165simo posto su 180.