Seoul, l'11,3% dei giovani nella morsa dei debiti
di Guido Alberto Casanova

Una piaga alimentata dalla forte competitività nel mercato del lavoro. Molti hanno cercato fortuna investendo denaro preso a prestito in borsa o nelle criptovalute; ma con il crollo delle quotazioni hanno perso tutto. E oggi quasi il 20% delle istanze di bancarotta al tribunale fallimentare riguardano casi di under-30.


Seoul (AsiaNews) - Per le giovani generazioni, la Corea del Sud non è affatto un Paese semplice. Non solo dal punto di vista lavorativo, data la presenza di poche (e grandi) società disposte a pagare bene i propri dipendenti e di molte piccole e medie aziende che invece non possono. Anche la loro situazione finanziaria è diventata sempre più precaria.

Come raccontano anche alcune serie tv sudcoreane, il debito privato è una questione molto diffusa nel Paese. Come riportato il mese scorso dalla Banca di Corea, i nuclei famigliari a rischio di default finanziario a causa di debiti eccessivi sono 381mila, cioè il 3,2% di tutte le famiglie. Secondo la definizione della banca centrale, queste sono le persone che non potrebbero ripagare i propri prestiti nemmeno vendendo tutti i propri asset. Le persone per cui il livello di indebitamento ha raggiunto livelli critici sono quindi molte di più.

A maggior ragione, il debito è una preoccupazione con cui i ventenni e trentenni sudcoreani devono convivere quotidianamente. Secondo il quotidiano Hankyoreh circa l’11,3% di questa generazione ha problemi di indebitamento che spesso si trascinano negli anni, con gravi ricadute in termini di status socio-economico.

La propensione all’indebitamento dei giovani potrebbe essere criticata come un azzardo, ma nel contesto sudcoreano esistono fattori profondi che spingono in questa direzione. Il primo tra tutti è un mercato del lavoro estremamente agguerrito e competitivo, dove il rischio per gli “sconfitti” è quello di trovare solo impieghi mal pagati e finire quindi nella povertà lavorativa.

Di fronte a questa situazione molti giovani hanno tentato di trovare una soluzione attraverso il mercato azionario e le criptovalute e, in mancanza di capitali da investire, sono ricorsi all’indebitamento soprattutto negli ultimi anni. Alla fine del 2020 circa 319mila under-30 avevano ottenuto prestiti da più di tre istituti finanziari per investire in titoli azionari, un numero che lo scorso giugno era aumentato fino a 387mila. Questo aumento del 21%, se comparato al 5% registrato nello stesso periodo per le altre classi di età, rivela come fossero soprattutto i giovani a credere nel fenomeno dell’investimento a debito.

Se però tra 2020 e 2021 la borsa registrava ottimi risultati e le criptovalute continuavano a prendere quota, nel 2022 queste tendenze si sono invertite e molti giovani hanno perso tutto. Il KOSPI (un indice della borsa di Seul) ha perso circa un terzo del proprio valore rispetto al picco dell’estate 2021 andando a colpire soprattutto i ventenni e trentenni, che costituiscono il 41% degli investitori nei titoli del KOSPI. Peggio è andata a chi ha investito nelle criptovalute, che hanno segnato perdite ben più consistenti.

Secondo i dati del tribunale fallimentare di Seoul, i casi dei ventenni in bancarotta sono aumentati rapidamente quest’anno. Oggi gli under-30 rappresentano il 19,6% delle istanze di bancarotta, ma appena due anni fa nel 2020 la loro porzione era solo del 10,7%.