Bali, vertice Xi-Biden: gestire le differenze per evitare un conflitto

Primo incontro di persona tra i due capi di Stato dall’insediamento del presidente Usa nel gennaio 2021. Si cercano strade per abbassare la tensione geopolitica. Washington pronta a lavorare insieme su questioni di respiro globale. In riferimento al conflitto ucraino, i due leader si oppongono all’uso delle armi nucleari.


Pechino (AsiaNews) – D’accordo sul gestire le differenze ed evitare un conflitto. È il risultato minimo che ci si aspettava dall’incontro odierno a Bali, vigilia del summit del G20, tra il presidente cinese Xi Jinping e Joe Biden. Durato circa tre ore, il faccia a faccia è stato il primo di persona tra i due leader dall’entrata in carica del presidente Usa nel gennaio 2021.

Dalla presidenza Trump le due potenze si confrontano in una guerra commerciale, uno scontro tecnologico e sul futuro di Taiwan, Paese di fatto indipendente, ma che la Cina comunista rivendica come propria provincia.

Nei discorsi di apertura le due parti hanno parlato della necessità di fissare delle linee per non fare errori di calcolo. Xi ha detto che Cina e Stati Uniti devono tracciare il giusto percorso e trovare la corretta direzione nelle loro relazioni, che devono essere “rafforzate”. Pechino non ha nascosto di essere preoccupata per l’attuale stato dei rapporti.

Gli Usa hanno chiarito di essere pronti a lavorare insieme su questioni d’interesse globale come stabilità economica, cambiamenti climatici, sicurezza alimentare e sanitaria, e debito dei Paesi in via di sviluppo.     

La Casa Bianca ha specificato che gli Usa vogliono mantenere aperte le linee di comunicazione con la Cina, ma che continueranno a investire nella propria difesa e a calibrare gli sforzi con alleati e partner in tutto il mondo.

Biden ha sollevato a Xi la questione dei diritti umani in Tibet, nello Xinjiang e a Hong Kong. Su Taiwan ha detto che Washington si oppone al cambiamento dello status quo. A quanto sostengono i media cinesi, Xi ha avvertito invece gli Stati Uniti di non superare “la linea rossa” riguardo all’isola.

Secondo quanto riporta la parte statunitense, Biden e Xi hanno ribadito la loro opposizione all’uso o alla minaccia del ricorso alle armi nucleari in Ucraina. A quanto fatto filtrare dalla diplomazia Usa, già ieri durante l’East Asian Summit in Cambogia il premier cinese Li Keqiang ha denunciato “l’irresponsabilità” delle minacce nucleari: un velato attacco al partner “senza limiti” russo, che non risparmia allusioni al possibile uso di ordigni atomici nel conflitto con l’Ucraina. Un esperto militare cinese ha sottolineato però ad AsiaNews che per dissuadere la Russia dal considerare l’utilizzo di armi nucleari serve una forte forza morale, che a suo dire il governo cinese non ha.

Il segretario di Stato Usa Antony Blinken si recherà in Cina a breve per dare  seguito a quanto discusso oggi da Biden e Xi. Qualcosa sui risultati effettivi del bilaterale tra i due capi di Stato si potrà vedere subito in modo indiretto dall’esito dell’incontro di domani di Xi con il premier australiano Anthony Albanese, e di un colloquio con il primo ministro nipponico Fumio Kishida a margine del meeting Apec di Bangkok il 17 novembre. Negli ultimi anni le tensioni tra Cina da una parte e Australia e Giappone dall’altra hanno conosciuto un deciso aumento.