Manila, il Pil alle stelle non scalfisce le diseguaglianze
di Stefano Vecchia

Secondo le stime di Standard & Poors l'economia filippina crescerà del 7,1% a fine 2022. Ma un rapporto della Banca Mondiale conferma: nelle mani della metà meno favorita della popolazione appena il 14% della ricchezza nazionale.  


Manila (AsiaNews) - L’agenzia di rating internazionale Standard & Poors stima per le Filippine una crescita del 7,1% del Prodotto interno lordo per l’anno che va a concludersi. Si tratta di un dato che certifica il buon andamento dell’economia, tenendo conto che l’obiettivo indicato dalle autorità del 6,3%. La stessa banca centrale filippina ha segnalato che - nonostante l’inflazione elevata e i necessari aumenti del tasso di sconto - il terzo trimestre del 2022 ha visto un aumento del Pil del 7,6%. Numeri che hanno consentito al Paese di superare di slancio le secche del biennio di pandemia, anche se - con un effetto-elastico che interesserà buona parte del mondo - anche nell’arcipelago del Sud-Est asiatico il 2023 si aprirà tra luci e ombre, con una proiezione di crescita più limitata.  

I dati macro-economici, però, molto spesso seguono logiche diverse da quelle della realtà quotidiana. Se infatti la popolazione filippina, arrivata a 110 milioni di abitanti, ha visto complessivamente qualche miglioramento nel reddito e nella qualità della vita, questo vantaggio medio è spesso annullato dalle persistenti diseguaglianze tra i diversi strati della società. Dopo un trentennio di sostanziale espansione, le Filippine si ritrovano infatti ancora uno dei maggiori divari di reddito e possibilità dell’Asia.

«L’un per cento più ricco tra chi dispone di un guadagno detiene il 17% del reddito nazionale, mentre la metà meno favorita dalla popolazione ha collettivamente solo il 14%», afferma il rapporto della Banca Mondiale Overcoming Poverty and Inequality in the Philippines: Past, Present, and Prospects for the Future, che pone le Filippine al 15mo posto su 63 Paesi quanto a divario di reddito. Il dato è significativo, soprattutto considerando che complessivamente la povertà tra la popolazione si è ridotta: «Nel 2018 la classe media si era ampliata a 12 milioni di individui e la popolazione in condizioni di sicurezza economica aveva raggiunto i 44 milioni». Ma i livelli meno favoriti della società sono stati appena sfiorati dalla crescita, perpetuando una disuguaglianza che in molti casi precede persino la nascita, sotto forma di denutrizione o cattivo stato di salute delle madri.

Questo protrarsi di una situazione negativa è così sintetizzato da Ndiamé Diop, direttore della Banca Mondiale per l’area Brunei, Malaysia, Filippine e Thailandia: «La disuguaglianza delle opportunità e la scarsa mobilità tra le generazioni disperdono il potenziale umano e rallentano l’innovazione che è determinante per costruire un’economia competitiva e prospera che possa a sua volta migliorare benessere e qualità della vita dei filippini».

Foto: Flickr/John Christian Fjellestad