Papa: il diavolo fa leva su quanto ci sta a cuore, impariamo a leggere la vita

Durante l'udienza generale Francesco ha invitato a vivere l'Avvento con la preghiera, la penitenza e le opere di carità. Il saluto al patriarca Bartolomeo nella festa di sant'Andrea: "L'intercessione degli Apostoli conceda alla Chiesa di godere pienamente della sua unità e la pace al mondo intero".


Città del Vaticano (AsiaNews) – “Imparare a leggere nel libro del nostro cuore che cosa è successo durante la giornata. Fatelo, anche solo due minuti, ma vi farà bene”. Nel corso dell’udienza generale con i fedeli in piazza San Pietro, papa Francesco è tornato a insistere oggi sull’importanza della pratica dell’esame di coscienza quotidiano.

Proseguendo il ciclo di catechesi dedicato al discernimento si è soffermato su come riconoscere il vero dal falso nelle consolazioni dello spirito. Riprendendo un passo degli Esercizi spirituali di Sant’Ignazio di Loyola, ha invitato a scrutare “il principio, il mezzo e la fine” dei nostri pensieri per comprendere “se tutto è orientato verso il bene”.

"Che cosa significa che il principio è orientato al bene? – si è chiesto Francesco -. Ad esempio ho il pensiero di pregare, e noto che si accompagna ad affetto verso il Signore e il prossimo, invita a compiere gesti di generosità, di carità: è un principio buono. Può invece accadere che quel pensiero sorga per evitare un lavoro o un incarico che mi è stato affidato: ogni volta che devo lavare i piatti o pulire la casa, mi viene una grande voglia di mettermi a pregare… Ma la preghiera non è una fuga dai propri compiti, al contrario è un aiuto a realizzare quel bene che siamo chiamati a compiere, qui e ora”.

C’è poi il mezzo, cioè l’uso che si fa di un certo pensiero, “come il fariseo della parabola (cfr Lc 18,9-14) tendo a compiacermi di me stesso e a disprezzare gli altri, magari con animo risentito e acido”. Questi – ha spiegato il papa – “sono segni che lo spirito cattivo ha usato quel pensiero come chiave di accesso per entrare nel mio cuore e trasmettermi i suoi sentimenti”.

Quanto alla fine, dove mi porta un pensiero? “Può capitare che mi impegni a fondo per un’opera bella e meritevole - ha continuato il pontefice - ma questo mi spinge a non pregare più, perché sono indaffarato da tante cose, mi scopro sempre più aggressivo e incattivito, ritengo che tutto dipenda da me, fino a perdere fiducia in Dio. Qui evidentemente c’è l’azione dello spirito cattivo”.

Le false consolazioni - ha proseguito Francesco - sono lo stile del demonio: “Presentarsi in maniera subdola, mascherata: parte da ciò che ci sta maggiormente a cuore e poi ci attrae a sé, a poco a poco: il male entra di nascosto, senza che la persona se ne accorga. E con il tempo la soavità diventa durezza: quel pensiero si rivela per come è veramente”.

“Per questo - ha commentato - è così importante l’esame di coscienza quotidiano: prima di finire la giornata, fermarsi un po’. Cosa è successo? Non nei giornali, non nella vita: cosa è successo nel mio cuore? È la fatica preziosa di rileggere il vissuto sotto un particolare punto di vista. Accorgersi di ciò che capita è importante, è segno che la grazia di Dio sta lavorando in noi, aiutandoci a a crescere in libertà e consapevolezza. Perché il discernimento - ha concluso - “non verte semplicemente sul bene o sul massimo bene possibile, ma su ciò che è bene per me qui e ora: su questo sono chiamato a crescere, mettendo dei limiti ad altre proposte, attraenti ma irreali, per non essere ingannato nella ricerca del vero bene”.

Dopo la catechesi, nel saluto ai pellegrini di lingua italiana, il papa ha invitato a vivere l’Avvento appena iniziato “con la preghiera, la penitenza e le opere di carità. Preparatevi a celebrare la nascita di Gesù - ha raccomandato - con l’ascolto assiduo della Parola di Dio e la generosa risposta alla sua grazia”.

Ricordando poi l’odierna festa di sant’Andrea, patrono della Chiesa di Costantinopoli, il pontefice ha espresso “speciale affetto al caro fratello patriarca Bartolomeo e alla sua Chiesa”. “L’intercessione dei santi fratelli apostoli Pietro e Andrea - ha aggiunto - conceda presto alla Chiesa di godere pienamente della sua unità e la pace al mondo intero, specialmente in questo momento alla cara e martoriata Ucraina, sempre nel nostro cuore e nelle nostre preghiere”.

In occasione della festa di sant'Andrea a Costantinopoli come ogni anno è presente una delegazione vaticana guidata dal card. Leonardo Sandri, prefetto emerito della Congregazione per le Chiese Orientali. In un messaggio consegnato da questa delegazione al patriarca Bartolomeo papa Francesco scrive: "Possiamo essere grati a Dio che le nostre Chiese non si rassegnano alle esperienze di divisione passate e presenti, ma, al contrario, attraverso la preghiera e la carità fraterna, cercano di raggiungere una piena comunione che ci permetta di riunirci un giorno alla stessa mensa eucaristica".