Dopo la fine del cessate il fuoco i Ttp hanno preso di mira le forze dell'ordine ma l'accordo con il governo aveva già cominciato a scricchiolare nei mesi scorsi. Non è un caso che la tregua sia terminata in concomitanza con la nomina del nuovo capo dell'esercito. Islamabad potrebbe presto cambiare strategia.
Islamabad (AsiaNews) - Il Pakistan è alle prese con un’escalation di attacchi da parte dei Tehreek-e Taliban Pakistan (Ttp), i talebani pakistani, nel nord del Paese dopo che questi il 28 novembre hanno annunciato la rottura del cessate il fuoco, una tregua che era stata concordata a fine maggio grazie alla mediazione dei talebani afghani e in particolare del loro autoproclamato ministro dell’Interno e leader del clan Haqqani, Sirajuddin.
Le tensioni avevano in realtà cominciato a montare nelle regioni tribali del Khyber Pakhtunkhwa a fine agosto. Oggi i Ttp hanno rivendicato un attacco contro una scuola avvenuto ieri nella regione del Waziristan del Sud in cui almeno una persona è rimasta uccisa e un’altra ferita, ma nelle ultime due settimane si sono verificati attentati quasi a giorni alterni contro le forze di sicurezza del Paese: i talebani hanno rivendicato un attentato contro il personale dell'esercito pakistano nell'area di Zalukhel, nel Waziristan settentrionale, che avrebbe provocato 5 morti e 3 feriti, e hanno confermato l’uccisione di un poliziotto a Tangi Tehsil, nel distretto di Charsadda, mentre due giorni fa, per sancire la fine del cessate il fuoco, hanno condotto un attentato suicida contro una squadra di vaccinazione antipolio vicino alla città di Quetta uccidendo 4 persone e ferendone 30.
In totale, secondo quanto pubblicato sui loro canali, nel mese di novembre avrebbero condotto 59 attacchi, uccidendo o ferendo circa 100 persone. A ottobre gli attacchi rivendicati erano stati 48.
I talebani del Pakistan, che avevano raggiunto la massima espansione nel 2014 e poi fino al 2018 erano andati incontro a un periodo di declino, vogliono da Islamabad l’indipendenza delle aree tribali, considerato un territorio di loro appartenenza sul quale vogliono imporre la shari’a, la legge islamica.
Oggi il dipartimento di Stato americano ha aggiunto alla lista dei terroristi globali anche un leader dei Ttp, Qari Amjad, che supervisiona le operazioni militari nel Khyber Pakhtunkhwa. “Cerchiamo una solida cooperazione con il Pakistan sull'antiterrorismo e ci aspettiamo un'azione sostenuta contro tutti i gruppi militanti e terroristici, ha detto un portavoce del dipartimento di Stato al quotidiano pakistano in lingua inglese Dawn.
I talebani hanno risposto con un comunicato dicendo di non avere un’agenda internazionale e che la loro guerra, condotta in nome di “valori religiosi e nazionali” si limita al Pakistan. Hanno inoltre negato di aver utilizzato il territorio dell’Afghanistan per condurre le loro operazioni, ma questo è falso, perché noto che i cugini afghani abbiano condiviso armi e risorse con i Ttp per averli aiutati a sconfiggere le forze straniere. Nei giorni scorsi una delegazione guidata dalla ministra degli Esteri Hina Rabbani Khar è volata a Kabul per discutere di varie questioni, inclusa, con tutta probabilità, quella sulla sicurezza dei confini e il sostegno ai Ttp, anche se nei comunicati ufficiali non ne è stato dato conto.
Il governo del Pakistan, guidato dal primo ministro Shehbaz Sharif, che ha preso il potere ad aprile, dopo che il Parlamento ha votato la sfiducia all’ex premier Imran Khan, si trova in difficoltà nella risposta alla rottura del cessate il fuoco. Non è un caso che la tregua sia terminata proprio quando Islamabad ha nominato un nuovo capo dell’esercito, il generale Asim Munir, che, dopo aver coordinato due delle agenzie di intelligence del Paese, potrebbe distanziarsi dalla politica di cercare di siglare una tregua con i talebani pakistani. Secondo alcuni analisti il periodo di tregua è infatti servito ai terroristi soprattutto per riorganizzare i propri combattenti e ora potrebbe chiedere maggiori concessioni a Islamabad. In base a indiscrezioni rivelate ieri da fonti governative a The Express Tribune, il governo pakistano, che l’anno prossimo dovrà affrontare le elezioni e teme gli attacchi armati dei miliziani, potrebbe presto annunciare una nuova strategia per neutralizzare la minaccia terroristica dei Ttp.