Da Teheran segnali contrastanti sul futuro della polizia della morale

Il procuratore generale ne aveva annunciato l’abolizione ieri. Da governo e ayatollah nessun commento ufficiale, ma i media di Stato smentiscono la notizia. Le parole di Mohammad Jafar Montazeri estrapolate fuori contesto. I dimostranti annunciano una tre giorni di sciopero. Per il ministro degli Esteri “tutto prosegue al meglio nel solco della democrazia”. 


Teheran (AsiaNews) - Dalla Repubblica islamica giungono segnali contrastanti sull’abolizione della famigerata polizia della morale, al centro della protesta dopo la morte della 22enne curda Mahsa Amini, fermata da una pattuglia nella capitale a settembre perché non indossava correttamente il velo obbligatorio, e successivamente uccisa durante le concitate fasi di interrogatorio seguite al fermo. Ieri il procuratore generale Mohammad Jafar Montazeri ha detto che il corpo è stato chiuso dalle stesse autorità che l’hanno creato, negando si tratti della magistratura. Tuttavia, dopo alcune ore media governativi ne hanno confermato la piena operatività mentre Ensieh Khazali, vice presidente per le Donne e la famiglia, ha negato l’esistenza stessa della Gasht-e Ershad, parlando più in generale di una polizia “della sicurezza”. 

Intanto i manifestanti hanno invocato una tre giorni di scioperi prevista per questa settimana, con blocco delle attività economiche e chiusure nel commercio. Prevista inoltre una grande manifestazione il prossimo 7 dicembre, con epicentro uno dei luoghi simbolo della capitale, Azadi Square (piazza della Libertà). Il giorno stesso il presidente Ebrahim Raisi ha in programma un discorso ai giovani nella capitale, in occasione della Giornata nazionale dello studente. 

Nelle scorse settimane le mobilitazioni di massa hanno innescato una escalation nella protesta da un lato, tanto da diventare le più imponenti dimostrazioni di dissenso pubblico dalla rivoluzione islamica del 1979, dall’altro hanno innescato una risposta sempre più violenta delle autorità. Gli attivisti di Hrana parlano di almeno 470 manifestanti uccisi, fra i quali vi sono 64 minori e 61 membri delle Forze di sicurezza. Già 18.210 i dimostranti arrestati, alcuni dei quali condannati a morte nel corso di processi lampo. Il dato ufficiale delle vittime per Teheran è di circa 200. 

Oltre ad annunciare la smobilitazione della polizia della morale, di cui non vi sono conferme ufficiali, Montazeri ha riferito di un disegno di legge parlamentare, avallato dalla magistratura, volto alla “revisione” della norma sul velo obbligatorio. A riferirlo è il giornale riformista Entekhab ma, anche in questo caso, non vi sono conferme ufficiali e dalle istituzioni sono già emerse diverse smentite e l’hijab resta parte integrante dell’abbigliamento femminile. Al contempo, secondo diverse fonti in queste ultime settimane vi sono meno avvistamenti di pattuglie della polizia della morale, segno che le autorità starebbero cercando di evitare ulteriori scontri e provocazioni.

Un canale televisivo di Stato in lingua araba, Al Alam, ha affermato che i commenti di Montazeri sarebbero stati estrapolati fuori dal loro contesto e distorti. Altri media hanno ribadito che non vi sono progetti di revisione della norma sul velo. Sulla presunta abolizione della polizia della morale è stato interpellato anche il ministro iraniano degli Esteri Hossein Amir Abdollahian durante una conferenza stampa a Belgrado, in Serbia, dove si trova in questi giorni in visita ufficiale. Il capo della diplomazia di Teheran non ha negato (né confermato) le voci, limitandosi a sottolineare che “in Iran, tutto prosegue al meglio nel solco della democrazia e della libertà”.

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