Bandung, attentato suicida contro una stazione di polizia: un morto e 10 feriti
di Mathias Hariyadi

Il responsabile è Agus Sujatno, un membro dell'organizzazione terroristica Jamaah Ansharut Daulah (Jad). Alcuni messaggi ritrovati dagli agenti inneggiavano contro il nuovo codice penale indonesiano approvato nei giorni scorsi. 


Jakarta (AsiaNews) - Un attentatore suicida si è fatto esplodere questa mattina all’interno della stazione di polizia di Astanaanyar, a Bandung, nella provincia di Giava occidentale, causando la morte di un poliziotto e il ferimento di altre 10 persone.

L'autore è stato identificato come Agus Sujatno, alias Agus Muslim, arrestato nel 2017 dopo aver fatto esplodere una bomba a pressione nel cortile di un ufficio governativo a Bandung senza aver causato vittime. Al tempo era stato condannato a 4 anni di detenzione nel carcere di massima sicurezza sull’isola di Nusakambangan. È stato rilasciato a ottobre dello scorso anno. 

Agus “è affiliato alla frangia Jad di Bandung o di Giava occidentale” ha detto il capo della polizia nazionale, Listyo Sigit Prabowo, in conferenza stampa, riferendosi al principale gruppo terroristico del Paese, la Jamaah Ansharut Daulah, organizzazione che dal 2015 raccoglie decine di sottogruppi che hanno giurato fedeltà allo Stato islamico (Isis). Il capo della polizia ha aggiunto che l'aggressore aveva portato due bombe sulla scena, ma solo una è stata fatta esplodere.

Questa mattina la polizia ha anche confiscato una motocicletta su cui era attaccato un adesivo con la bandiera dell’Isis. Sulla carrozzeria era inoltre presente un messaggio di protesta contro il nuovo codice penale dell’Indonesia approvato nei giorni scorsi, definito come un prodotto degli infedeli. I membri della rete terroristica, che vorrebbero imporre la legge islamica a tutto il territorio, rifiutano le leggi degli Stati moderni. 

Membri della Jad hanno condotto diversi attentati in Indonesia, il Paese a maggioranza musulmana più popoloso al mondo, tra cui un attacco suicida alla chiesa cattolica di Makassar, nel Sulawesi meridionale a marzo 2021 e uno alla chiesa cattolica di Surabaya, a Giava orientale, nel 2018. Tra il 2011 e il 2019 le stazioni di polizia e le Forze dell’ordine sono state più volte prese di mira.

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