A Qatar2022 si muore di lavoro persino durante i Mondiali
di Stefano Vecchia

Un migrante filippino è caduto dall'alto mentre svolgeva lavori di riparazione in un resort utilizzato dalla Fifa. Un'ulteriore morte che si aggiunge alle migliaia nei cantieri legati all'evento. Human Rights Watch denuncia l'indifferenza degli organizzatori. Ma a Manila secondo un sondaggio si pensa comunque che i Mondiali "diffondono positività e uniscono il mondo".


Doha (AsiaNews/Agenzie) - Un lavoratore migrante impiegato nelle opere legate ai Mondiali di calcio è morto in Qatar persino durante lo svolgimento del torneo. Il tutto senza alcuna reale forma di interesse da parte delle autorità di Doha e della Fifa. A denunciare il caso di Alex - nome di fantasia di un lavoratore filippino, morto in questi giorni per una caduta dall’alto mentre era impegnato in lavori di riparazione in uno dei resort utilizzati per la grande manifestazione sportiva - è Human Rights Watch che con un duro comunicato punta il dito contro il rifiuto dei responsabili dell’organizzazione dei Mondiali a commentare quanto accaduto.

Quello di Alex sarebbe solo l’ultimo caso registrato delle “migliaia di lavoratori migranti” (6.500 secondo il britannico Guardian) che avrebbero perso la vita per rendere possibili la preparazione e l’attuazione di un evento sportivo già nel mirino per gli abusi denunciati da molte parti nel corso degli anni. Contrariamente a molte altre morti ancora senza risposta, in questo caso – avvenuto mentre i riflettori del mondo erano accesi su Doha - la autorità locali avrebbero avviato un’inchiesta sulle cause dell’incidente e contattato la famiglia nelle Filippine. Tuttavia le reazioni dei responsabili dell’evento sportivo e anche del segretario generale della Fifa sarebbero state di scarsa sensibilità.

“Questo atteggiamento ufficiale vergognoso verso la morte di lavoratori immigrati si riflette nell’incapacità delle autorità di indagare sulle migliaia di morti di lavoratori stranieri dal 2010 (l’anno dell’assegnazione di Mondiali ndr). Ignora anche che molte di queste morti si potevano prevenire. Invece le autorità hanno regolarmente attribuito queste morti non investigate a ‘cause naturali’ o ‘arresto cardiaco’. Questo priva le famiglie dei migranti della possibilità di essere indennizzate in bae alla legislazione sul lavoro del Qatar”.
“Il Comitato del Qatar ha sbrigativamente negato che la morte ricada sotto la sua giurisdizione, anche se al momento dell’incidente Alex stava riparando una struttura della Fifa”, ha sottolineato l’organizzazione per i diritti umani con base a New York. “La risposta della Fifa e delle autorità del Qatar esemplifica il prolungato disinteresse dei responsabili per le vite dei lavoratori migranti, la ripetuta copertura di fatti essenziali e il fallimento per avere mancato di responsabilità nel garantire la sicurezza dei lavoratori immigrati”. 

Nonostante tutto queste notizie di trattamenti spesso carenti, illegali o repressivi verso i connazionali in Qatar per lavoro, circa il 60% dei filippini continua comunque a ritenere che i Mondiali possano “diffondere positività e unire il mondo”, secondo quando riportato da un sondaggio del quotidiano economico di Manila Business World. Una percentuale simile a quello rilevato a livello dalla società di mercato Tgm Research in una ricerca condotta in vari Paesi del mondo.

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